Marcello Nicchi, presidente dell'Associazione Italiana Arbitri, ha parlato nel corso di un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport:

Le parole di Nicchi

Ripartenza?

«Non sono uno scienziato e non spetta a me dirlo. Quello che viene ipotizzato oggi, potrebbe cambiare domani. Purtroppo le date non le decidiamo noi, ma il virus attraverso il numero di contagi e decessi. Il semaforo verde spetta a politici e medici: bisogna rispettare le disposizioni governative e sanitarie. Io attendo, per il mio ruolo di garante di tutta l’associazione italiana arbitri, di leggere attentamente i protocolli e avere tutte le garanzie per la salute. Sono state ipotizzate delle date, il 4 maggio per la ripresa degli allenamenti e fine maggio per le partite: abbiamo davanti 40 giorni, si comincia a intravedere un po’ di luce».

Rischi?

«Se aspettiamo che i contagi arrivino a zero in tutto il Paese potremmo non ripartire mai. Un piccolo margine di rischio calcolato ci sarà, ma dovremo essere bravi a renderlo minimo attraverso scelte di buon senso. Ci sono tante categorie che anche oggi sono in attività, dai medici, veri simboli di questa pandemia, a chi lavora nei supermercati, negli uffici o nelle redazioni dei giornali. Possono tornare a farlo anche atleti e arbitri».

I “suoi” arbitri sono pronti?

«Si lo sono e lo dico con orgoglio. Di noi si parla sempre poco e quasi sempre in negativo. Siamo un motore indispensabile del calcio e mi lasci dire che oggi siamo un paio di mesi avanti a tutti».

VAR?

«Sì, la società che si occupa di tutta la tecnologia ci ha assicurato che le stanze con le apparecchiature negli stadi saranno sanificate e si manterranno le distanze di sicurezza. Forse diminuirà il numero di persone: oggi sono sei, potrebbero essere meno, ma la Var ci sarà».