E’ arrivata l’ora del commiato per Cesare Prandelli, che nel pomeriggio ha salutato a Pegli il Genoa, non confermato dal club che ha scelto Andreazzoli, con una conferenza stampa al Signorini: ”Faccio una piccola premessa che è un po' il mio pensiero. Di solito non amo molto parlare però in questo contesto era giusto farlo perché volevo assolutamente ringraziare tutte le persone che hanno collaborato con me, persone serie molto capaci ma da parte mia non ci sarà nessun tipo di polemica. Voi farete le domande, a certe risponderò ad altre no perchè volevo lasciare questa società e questa città nel miglior modo possibile".

“Rimpianti? Assolutamente sì, perché ci credevo, perché pensavamo di costruire qualcosa di importante e forse ci stavamo riuscendo perchè qui ci sono persone capaci e serie ma soprattutto hanno la maglia del Genoa tatuata sulla pelle”, prosegue l’ex ct. “Volevamo condividere un progetto, una gestione. Diciamo che nel calcio basta un episodio. L'episodio forse più importante è stato il rigore con la Roma al 90' e se avessimo segnato ci saremmo salvati a tre dalla fine e avremmo scritto un'altra storia. Portiamoci a casa questa salvezza e nell'ultima partita c'è stata la mano della Divina Provvidenza del calcio".

Che Genoa lascia: ”Ha una grande potenzialità. Bisogna cercare di riavvicinare le forze, non allontanarle. Io sono sempre per affrontare tutti i problemi in maniera diretta ma vedo che il calcio moderno sta allontanando i tifosi, parlo in generale, e questo non va bene. Bisogna avvicinare i tifosi".

Crocevia della stagione del Genoa la cessione di Piatek: ”Una squadra che deve cercare di salvarsi deve avere la certezza di quei giocatori che in area di rigore ti possono dare un aiuto. In quel momento però bisogna pensare a qualcosa di diverso però quando si parla di bilanci l'allenatore deve fare un passo indietro. Io ho detto di poterlo sostituire con un giocatore che conosce il campionato italiano. Poi io sono stato un aziendalista assoluto, ho ereditato una situazione decisa da altri. L'unico rimpianto è forse non aver iniziato una stagione dall'inizio".

Sul pubblico rossoblu: ”In certi momenti queste forze devono essere unite e la percezione che abbiamo avuto in certe partite è di essere soli, in altre invece no. Se volete sognare, chiudere gli occhi e vedere un futuro roseo tutti devono riavvicinare le energie. Era una sfida difficile ma la piazza è straordinaria. Continuerò a ripeterlo ma bisogna ripartire da lì. Il tifoso è un tifoso particolare che va preso per mano. Questa è una piazza dove chi scende in campo deve essere un guerriero e se riesci ad unire queste forze puoi fare qualcosa di importante".

Prandelli ripensa a qualche errore da non rifare col senno di poi: ”Forse magari avrei dovuto convincere un po' tutti, ma proprio tutti perchè mi sono sentito un po' solo, nel momento che abbiamo fatto sei risultati utili consecutivi e avevamo un sistema di gioco che molti non hanno accettato".

Su cosa si porterà dietro: ”Il calcio è come la vita, incontri delle persone speciali e straordinarie. Quindi il rapporto rimarrà molto solido. Il rimpianto che ho percepito è che questa è una potenzialità davvero forte. Vi dovete convincere tutti di fare di tutto per unire queste forze".