Vincere. Di nuovo, come sempre negli ultimi anni in Italia. Andrea Agnelli lo ribadisce ancora una volta. E nel senso buono, poco importa se la Juventus sia reduce da un ricambio generale non banale, definiamolo pure storico, con parecchio spazio per una linea verde a scapito di qualche addio “pesante”. Cambiano i calciatori e gli allenatori? Dopo molti anni di “zoccolo duro” i tifosi stanno “studiando” una Signora diversa dal solito? Poco importa, appunto. A Torino, ormai, la vittoria è un’abitudine: concetto, ovviamente, con accezione positiva. Perché è una bellissima, irrinunciabile abitudine ha detto ieri il numero uno del club a margine dell’iniziativa del Ministero dello Sviluppo Economico, che con Poste Italiane ha emesso un francobollo per celebrare il titolo di campione d’Italia 2019-2020.

Agnelli sulla nuova Juventus

«Fare e rifare la storia, superando se stessi, è diventata una sorta di normalità per chi ha il vessillo bianconero nel cuore, considerando che vinciamo lo scudetto da ben nove anni consecutivi. Pur cambiando gli interpreti, partendo dalla guida tecnica di Maurizio Sarri, la Juventus ha dimostrato di possedere un Dna unico, in cui lo spirito combattivo è secondo solamente alla voglia di successi».

Agnelli sulla Juventus dell'anno scorso

«Quella passata è stata una stagione veramente particolare, contraddistinta da una terribile epidemia che ha sconvolto il mondo intero, colpendo tutti in maniera tanto dura quanto inaspettata. E a causa di questa piaga, l’annata è andata avanti fino all’estate e ha costretto i nostri campioni a uno sforzo supplementare».

L'intervista di Andrea Agnelli (Getty Images)
L'intervista di Andrea Agnelli (Getty Images)