Pedro Obiang, centrocampista del Sassuolo, è tornato in campo dopo i problemi di salute dell'ultima stagione. Il centrocampista era stato fermo a causa di una miocardite.

Intervista ad Obiang sulla miocardite

Come ti senti?

"Sto molto bene, sono felice di essere tornato. Era da un bel po’ che avrei voluto essere qua con i compagni: adesso finalmente ci sono. Il 5 luglio dell’anno scorso mi è stata diagnosticata una broncopolmonite a cui ha fatto seguito una miocardite, un problema a livello del cuore. Le tempistiche base per il recupero erano di sei mesi: sapevo che sarebbe stata una strada lunga".

Obiang sull'addio scongiurato

Paura di smettere?

"Più di una volta ho avuto paura di smettere di giocare: all’inizio non mi rendevo conto di cosa stesse succedendo, poi con tutte le incertezze del percorso posso dire che fino a quattro mesi fa ho pensato di smettere. Vorrei ringraziare Berardi e Ferrari, che mi prendono in giro: ma è un bene, perché vuol dire che sono tornato. Dovrei ringraziare in realtà tante persone, non riuscirei a nominarle tutte quindi ne scelgo solo tre: Romano della Mapei, che mi ha riservato delle parole bellissime nei momenti difficili. Poi dico la famiglia Sassuolo, che mi è stata vicina, e la mia famiglia".

Difficoltà?

"Ho provato a perdere poche partite e ad essere sempre vicino alla squadra, anche se non è stato facile: devo essere onesto. Talvolta ho parlato con la società e ho chiesto di non andare perché la vicinanza al campo mi faceva voglia di esserci, pur sapendo che non potevo. Sono uno dei più sorridenti perché sono l’unico a cui hanno tolto qualcosa: quando me l’hanno ridata, è come essere tornato bambino. Ogni giornata per me è speciale, anche se inizia ad arrivare la fatica. La preparazione sta procedendo bene: per me è un po’ diversa, dobbiamo stare molto attenti a tutto, sia ai fattori cardiologici che muscolari. Cerco di riprendere da dove avevo lasciato".

Intervista ad Obiang sugli obiettivi

Obiettivi della stagione?

"Il mio obiettivo è quello di tornare a godere l’essere calciatore: dopo quest’anno ho capito quanto sono fortunato a fare questo lavoro e vorrei farlo al meglio. Io al posto di Magnanelli? E’ difficile, il Capitano ha fatto la storia e ce l’abbiamo sempre vicino: ancora non mi sembra vero di averlo dall’altro lato. Ma ci proverò: ci tengo a sottolineare che durante tutto l’anno è stato uno dei più vicini, mi chiamava ed è stato attento. Tornare ad allenarsi è stata una soddisfazione immensa".

SKY-VIDEO
Contenuto non disponibile