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Lorenzo Lucca, attaccante del Pisa da tempo nel mirino di Juventus e Inter, si è raccontato in nel corso di una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Queste le parole della torre che sta convincendo tutti in cadetteria.

Intervista a Lucca sul futuro 

Attenzione? «Perché, come mi disse Alessandro Malagrinò, l’allenatore che a un certo punto mi portò nei Dilettanti, dovevo fare un passo indietro per farne poi tre in avanti. Sono maturato fisicamente e mentalmente solo negli ultimi anni. Prima ero parecchio più basso e non pensavo che sarei diventato davvero un calciatore. Anche adesso che gli altri si sono accorti di me, io resto quello di sempre: uno che dice le cose in faccia». 

Pisa?  «Al Pisa tutti giocano per tutti. Pensiamo come squadra, non come singoli. Sono stato convintissimo fin da subito di venire qua, perché mi avevano detto che c’era un gruppo di giocatori unito, nello spogliatoio prima ancora che in campo. Certo che mister D’Angelo, col suo calcio, mi aiuta: succede che in una partita non si creino tante occasioni, quindi devi essere bravo a procurartele tu, come sono riuscito a fare io sabato scorso contro la Reggina, riuscendo a conquistarmi un rigore. Ma diciamo che, in genere, il Pisa riesce sempre a creare qualche occasione in più degli avversari». 

Serie minori? «Di sicuro in B la cifra tecnica è più alta. Atleticamente non c’è tanta differenza, a cambiare è soprattutto la velocità di pensiero e, di conseguenza, delle giocate. Questo non vuol dire che la Serie B sia complessivamente più difficile: in C gli spazi sono più stretti e volano calcioni appena ti giri verso la porta. Per me era molto più complicato, eppure nella passata stagione ho segnato 14 gol. E sarebbero stati di più se non avessi preso il Covid. Ora però ho più spazi per giocare. Posso girare per il campo, andare dove voglio». 

Lucca sui suoi modelli

Modelli? «Papà mi riempiva di videocassette di grandi centravanti: Ibrahimovic e Trezeguet soprattutto. I più forti di oggi? Ancora Ibra, per me il più forte in assoluto nella storia del calcio, almeno per quelli che visto io. Poi metto Dzeko e Lewandowski… Anzi no, Haaland è meglio». 

Ibra? «Sono alto come lui, anche un po’ di più, quindi cerco di imitarlo. Ne studio i movimenti, le giocate, e provo a ripeterli. Come Zlatan, anch’io sono agile e bravo in acrobazia nonostante la statura». 

Dzeko? «Anche lui è alto-alto, ma stiloso. Bravo coi piedi, forte di testa, sa far giocare bene i compagni d’attacco. È più di un semplice realizzatore». 

Lucca sulle qualità personali

Qualità? «Quando ho il difensore attaccato alle spalle, so come aggirarlo. So difendere bene la palla. Credo di avere una buona tecnica, anche se non basta mai».