Intervistata dai microfoni del "Corriere dello Sport", il viceministro della Salute Sandra Zampa ha parlato ancora della possibile apertura degli stadi ai tifosi, concentrandosi sulla potenziale sfida scudetto tra Juventus e Lazio: "Mi piacerebbe che una sfida scudetto come Juventus-Lazio si possa giocare in uno stadio parzialmente aperto. Chiaramente, nel caso in cui la curva epiemiologica lo consenta e sia d'accordo anche il ministro dello Sport Spadafora".

Tifosi allo stadio, parla Zampa

Questo il suo punto di vista sulla vicenda stadi a "Radio Punto Nuovo": "Le cose stanno andando molto meglio. I dati ci confermano una frenata molto grande anche nell'aggressività del virus, pare essere meno pericoloso. È molto calato anche dal punto di vista dei numeri, questo però non ci deve far abbassare la guardia: il virus c'è ancora. Quando Wuhan aprì tutto, si parlava di 5-6 casi. L'Italia sta aprendo alla normalità con parecchi casi al giorno, circa 350 in Lombardia, quindi comunque questo ci deve invitare a stare attenti, essere sempre vigili. Tornare ad una vita normale vuol dire convivere col virus, rispettare norme d'igiene, evitare assembramenti. Tuttavia l'euforia dell'apertura ci porta a dimenticare che anche se si è giovani, non vuol dire essere immuni o non essere contagiosi per gli altri. Riaprire gli stadi? Sono i dati a decidere. Non c'è mai stata nessuna preclusione. Inizialmente eravamo preoccupati per la ripresa, che poi è arrivata. Quindi aspettiamo i dati e vediamo anche se si potrà portare gente agli stadi, con norme di sicurezza assolute. In ogni caso, il tema per ora non è stato preso per niente in considerazione. Il CTS ha una marea di situazioni di cui occuparsi, il loro lavoro è enorme, dobbiamo loro molte buone indicazioni. Fermo restando che l'ultima parola sta alla politica. È anche grazie a loro se il calcio può riprendere, l'Italia ha lavorato bene ed è stata modello per altri Paesi Europei, indicando una strada. Lasciamoci con un velo di speranza anche sull'apertura degli stadi, porterò questo quesito, ne sarò portavoce".

Lulic e Cuadrado
(Getty)