Dopo un rimbalzo di orari con rumors a susseguirsi da ieri sera, ha finalmente parlato nei minuti scorsi il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte: una conferenza attesa che chiarisce la posizione dell'Italia relativamente all'emergenza Coronavirus che sta mettendo in ginocchio indistintamente parecchie nazioni in giro per il mondo.

Conte: "Qualche piccola variazione ci sarà dal 14 aprile"

Di seguito i passaggi più interessanti: "Questa è una decisione di cui mi assumo tutte le responsabilità, le misure stanno dando dei frutti e stiamo ricevendo importanti riconoscimenti, non possiamo perdere quanto di buono fatto. Dobbiamo continuare a mantenere alta la soglia dell'attenzione, anche adesso che si avvicina la Pasqua e per i ponti del 25 aprile e l'1 maggio. Siamo tutti impazienti di ripartire, l'auspicio è che dopo il 3 maggio si possa ripartire, seppur con cautela e gradualità. Tutto dipenderà dal nostro comportamento, facciamo questo ulteriore sforzo e manteniamo le distanze sociali. Con questo DPCM appena firmato stiamo dando vita ad una proroga anche per le varie attività produttive. Non siamo ancora nelle condizioni di ripartire, prometto che se prima del 3 maggio si verificassero determinate condizioni, provvederemo di conseguenza. C'è qualche piccola variazione, dal 14 aprile riapriamo cartolibrerie, librerie, negozi per neonati e bambini, il taglio dei boschi ed attività forestali. Non possiamo aspettare che il virus abbandoni totalmente il nostro territorio, ci stiamo attrezzando in questo senso sotto più aspetti con l'ausilio di differenti pool di esperti. L'Europa sta affrontando una situazione mai vista in tempi di pace, saranno necessari 1500 miliardi di euro per fronteggiare questa emergenza. L'intero pianeta è alle prese con questa situazione, Stati Uniti compresi, numeri mai visti in tempo di pace. Le proposte messe ieri sul banco sono un primo passo che l'Italia giudica ancora insufficiente: su questa base va costruito qualcosa di più ambizioso. Va creato un fondo finanziato da una vera condivisione, come per esempio l'Eurobond. Bisogna agire con tempismo per evitare che si faccia troppo tardi, e dopo non potrebbe più bastare. Sul MES si è aperto un dibattito sul quale il Governo si confronterà col Parlamento con chiarezza e senza falsità, guardando in faccia gli italiani. Non è stato firmato nulla, non è stato deciso nessun obbligo, a differenza di come qualche forza politica vorrebbe far credere in queste ore. L'Italia non ha bisogno del MES, non ha attivato nessuna procedura a riguardo, l'ho chiarito a tutti i miei omologhi europei".