Uomini forti, destini forti. Ma quello di Luciano Spalletti, uomo che se potesse si autoproclamerebbe probabilmente tale, a prescindere dalla sua tempra, sembrerebbe ormai essere segnato. Il nuovo ad Beppe Marotta lo ha più volte confermato, ma l'impressione, ribadita anche dal Corriera della Sera, è che a fine stagione le strade dell'Inter e del tecnico di Certaldo, incanalatosi in un solipsismo per la verità soltanto d'apparenza ma che ha finito per assumere i contorni dell'inevitabile sostanza, possano dividersi. 

Questione di risultati, ma probabilmente, come si diceva, anche di altro. Il caso Icardi ha alterato i già non definiti equilibri di inizio stagione, ed è ormai evidente il fastidio - ça va sans dire - di Spalletti per gli atteggiamenti dell'ex capitano. Che se dovesse essere reintegrato potrebbe anche essere lasciato clamorosamente in panchina, considerato anche lo stato di forma di Lautaro Martinez. Ma non solo: la sensazione è che Marotta possa voler costruire un'Inter a sua immagine e somiglianza, e in questo senso è evidente l'esautorazione di Piero Ausilio, ormai dirigente ombra e già da tempo sulle tracce di una nuova sistemazione. Il ds non interviene più, non presenzia in occasioni per cui potrebbe anche essere pubblicamente riconosciuto come tale. Insomma, a giugno potrebbe esserci davvero un'Inter profondamente diversa. Dalla dirigenza fino ai giocatori. 

Il prescelto, perché di tale si tratterebbe, potrebbe essere Antonio Conte. Non è un mistero che la sincronia tra Marotta e l'ex ct della Nazionale sia particolarmente rodata, sul mercato come nella gestione societaria. Ma se, per tutta una serie di motivi, non dovesse essere Conte, l'alternativa - anche un po' a sorpresa, ma in fin dei conti neanche troppo - potrebbe essere Maurizio Sarri. Potenzialmente vicino all'addio al Chelsea (ma occhio a come finirà l'Europa League), e che all'Inter ritroverebbe alcune delle pedine ideologiche su cui il Comandante fondò la solidità del suo Napoli. De Vrij-Skriniar come pilastri difensivi e dai piedi educati, Brozovic come costruttore di gioco. E in caso non sarebbe da escludere neanche una possibile permanenza di Perisic, così come l'evoluzione di Lautaro Martinez come centravanti di manovra. E con la potenza di fuoco che Suning potrebbe scatenare il prossimo giugno, Sarri potrebbe riuscire a colmare quel gap che a Napoli, sul mercato, non era forse mai stato colmato.