"L’esclusione di Destro? Una mia scelta, ci sono altri che si danno da fare come Mattia, che per me resta un giocatore importante. Palacio? E’ semplicemente un giocatore straordinario, non è la data di nascita che cambia le cose. Con le sue qualità e il suo gusto nel giocare non c’è da stupirsi, tutti dobbiamo prendere esempio da lui. Il calcio è il suo, quello della concretezza, senza cose superflue”. Ha spiegato così, al termine del derby vincente contro la Spal, Roberto Donadoni l'esclusione del suo numero 10, che continua, tra infortuni e panchine, il suo periodo nero. Anzi, nerissimo, visto che nel 2017-2018 l'ex Roma e Milan, tra le altre, ha accumulato solo 283' in campionato, e ancora nessun +3. Ad oggi El Trenza sembra inamovibile, per la sua capacità di lavorare alla perfezione al fianco sia di Verdi e Di Francesco che di Petkovic, all'occorrenza, cosa che Destro di rado è riuscito a fare durante la sua esperienza in rossoblu. E non a caso, nonostante le parole del tecnico, il suo futuro felsineo è sempre più a rischio. A gennaio, difatti, potrebbero tornare alla carica il Chievo (che potrebbe perdere Inglese, direzione Napoli, a prescindere da Milik) e il Sassuolo (che sinora ha fatto fatica sia con Matri che con Falcinelli). Discorso simile per il Verona, con Pazzini che staserà tornerà sì titolare ma resta ai ferri corti con Pecchia, che sinora gli ha spesso e volentieri preferito sia Kean che Bessa. Lo stesso Pazzo e Matri, ovviamente, farebbero il percorso opposto per completare il già ricco reparto rossoblu. 

Destro ha un contratto ancora lungo (fino al 2020) e oneroso (1.8 milioni netti a stagione) con Saputo, ma vista l'età - è un '91 - non può certo permettersi di restare una stagione intera a guardare. Il suo momento prima o poi arriverà, ma per il momento la scommessa fatta da molti fantallenatori è da considerarsi, a conti fatti, perduta.