È una lega strana la nostra.

Ha origine e finisce in una terra di frontiera, isolata dal resto del mondo e piena di bestie selvatiche. Le squadre sono legate alla terra e al territorio; c’è un aspro campanilismo, ma in fondo ci amiamo tutti. In pochi risiedono qui, tanti lavorano e vivono altrove. Eppure una volta all’anno ci ritroviamo tutti per l’asta, puntuali come al cenone di Natale con la famiglia.

Il nostro fantacalcio è questo: insulti e pianginismi, una buona dose di umorismo, tanti messaggi su WhatsApp. Siamo alla sesta edizione della rassegna e, nonostante gli spergiuri iniziali di non rinnegare le regole imposte ai tempi delle scuole medie, dalla scorsa stagione abbiamo introdotto le regole Mantra.

Come ogni anno ci si ritrova all’asta. Ormai il flusso è rodato e si fila lisci. Formiamo le rose e andiamo avanti così. Scambi vietati per evitare gli inciuci e scandali alla Calciopoli. Preferiamo rimanere amici e volerci ancora bene, non si sa mai.

La cosa strana è che, pur vedendo nuove rose ogni anno (nessuna riconferma), alcuni ruoli sono ben definiti. È sempre l’anno buono di Stoppardi ma alla fine non vince mai, Le Chat è il più abile tanto che ha già vinto due edizioni, i “milanesi” formano la cupola, Alfio ha infilato un filotto di tre ultimi posti di fila subendo caterve di gol, Mellantibus ha un bucio de c* notevole ma non è in grado di scegliere i giocatori. Poi ci sono io, quello che viene sempre messo tra i favoriti ma che da 5 anni è sempre arrivato tra il quarto e il sesto posto. Pure l’anno scorso con la coppia d’attacco Lautaro-Cr7, che in un fantacalcio a 10 non è niente male. In corsa fino al lock-down, poi alla ripartenza faccio 8 punti in 12 partite e finisco quinto.

Un medio-man a tratti imbarazzante.

Giungo all’asta di quest’anno senza troppe aspettative. Ormai ho capito che difficilmente vincerò mai qualcosa. Ovviamente, terminata l’asta, i bookmakers mi danno tra i primi tre. E giù gufate per giorni.

Le rose sono tutte abbastanza equilibrate e sento di aver fatto un buon attacco: Lukaku e Quagliarella con Kulusevski alle spalle. Giocherò quasi sempre a due punte, tant’è che non ho preso quasi nessun esterno di ruolo se non due terzini di spinta come Hateboer e Young.
La prima di campionato mi vede opposto a Mellantibus. La vedo subito male, data la sua proverbiale capacità di destreggiarsi in buoni campionati anche con rose ridicole. Ma il suo Cr7 viene messo in fuorigioco dal Covid. Quale migliore occasione per partire bene?

E devo dire che ci ho creduto fino al martedì mattina, quando sono usciti i risultati. Avevo fatto più e più volte i conti. Vinco io 1-0.

Gol di Lukaku e Quagliarella, mi entra Iacoponi con un autogol perché Hateboer non ha giocato, ma pazienza, un gol è assicurato.
Lui è gioca senza un difensore e in panchina non ha sostituti in quel ruolo, né tra i terzini. Gioca in 10 e vinco io. Mi dico: sarebbe la prima volta che inizio con una vittoria, vedi vedi che forse è l’anno buono. Mi accontenterei di arrivare sul podio.

Poi escono i risultati.
Perdo 2-1.

Mi metto a ridere, penso a uno scherzo.

Invece no. Ho scordato la bellissima regola del Mantra del cambio di modulo automatico. La sua difesa da 4 diventa a 3. I due terzini vengono penalizzati con due -1, ma così riesce ad entrare il primo panchinaro a disposizione, un’ala: Damsgaard: 7+3. Con un balzo felino Mellantibus scatta a 71,5 punti e fa 2 gol.

Chiudo la App.

Parte un rendez vous di imprecazioni. Arrivano i primi commenti su WhatsApp.
“Tanto ti rifarai alla prossima”.

Sì, come tutti gli anni, un’altalena fino alla metà della classifica. Ma il bello del fantacalcio è anche questo. Non illudersi e non dare mai nulla per scontato. Neanche un comodo posto a metà classifica.

Marco - La mia Lega Fantacalcio