Anche se ho chiuso un’asta nel migliore dei modi, il karma ha fatto il giro ed è venuto a prendermi.
Sono un allenatore di fantacalcio particolare, di quelli che studiano la primavera per scoprire sempre la
prossima stella di cui tutti parleranno.

Quest’anno, però, ho agito in maniera differente: ho speso tanto sui big, privilegiando il reparto difensivo come mai avevo fatto prima. In una lega a sei d’altronde la divisione dei campioni è più equilibrata e, complice un colpo di testa, posso vantare di avere quest’anno sia Robin Gosens, sia Theo Hernandez. Un’accoppiata capace di scatenare le invidie di chiunque e di guardare con una certa “golosità” al modificatore difesa. Eppure, nonostante un’asta degna di Mino Raiola il karma ha fatto il giro lungo ed è riuscito a prendermi anche questa volta.

Non so se sia stata la gestione forsennata di Gasperini o i ritmi decisamente più densi del calcio negli
ultimi mesi, ma l’urlo di dolore di noi allenatori alla notizia dell’infortunio di Gosens è stato forte,
fortissimo. Non una botta qualsiasi, ma due mesi di stop che privano molte squadre di un top player
assoluto. Dopo aver accesso un cero alla memoria di Mosconi, però, l’ho presa con filosofia: gli infortuni
accadono e si può solamente attendere, tanto il reparto è coperto da un altro campione.

Tuttavia le nazionali hanno mietuto numerose vittime, e adesso il Covid viene a reclamare Theo Hernandez, privandomi in un sol colpo dei miei pezzi più pregiati in difesa.

La sfortuna, quella vera, non guarda in faccia neanche l’asta più oculata, e adesso lo so bene. Che sport
crudele il fantacalcio.

Gabriele – la mia lega Fantacalcio