È in A mente fredda che Bill Pullman, nei panni di un matematico abilissimo nel gioco degli scacchi, si prende gioco del suo avversario, il rappresentante dell’Unione Sovietica, in una delle partite giocate sull’orlo della terza guerra mondiale. Mentre la crisi missilistica preoccupa il mondo, lui sorprende il giocatore russo illudendolo con un vantaggio che poi si rivelerà una trappola.

Il Napoli di questa fase di mercato sembra ricordarlo, lo statunitense sornione che guiderà la sfida a un salomonico pareggio finale, diciamo così. Fino a qualche settimana fa la squadra di Spalletti era data per ridimensionata, svantaggiata rispetto ad altre concorrenti. Insomma, più al di sotto delle altre.

Una serie di colpi di mercato, alcuni non del tutto previsti, hanno rimesso in discussione gli equilibri dei pronostici, benché questi contino qualcosa. Nell’attesa che giunga un altro portiere, le voci di mercato conducono a Navas, sono arrivati due attaccanti e un centrocampista. Nuovi di zecca e con l’aria non proprio da rincalzi.

 

Tanguy Ndombele Alvaro

Mediano francese di origine congolese proveniente da un quinquennio targato Olympique Lyonnais e Tottenham. Ambidestro e duttile, in grado di giocare in più ruoli. Mediano basso, trequartista e la doppio volto: efficace atleticamente e abile tecnicamente. Non un grande realizzatore, ma di certo utilissimo in chiave assist e fonte di ispirazione. Talvolta istintivo e imprevedibile, funzionale ad alcune delle ipotesi tattiche di Spalletti. Anche per quella verticalizzazione rapida che valorizzerebbe le caratteristiche di Osimhen e dei cursori offensivi del Napoli, come, per esempio, Lozano e Kvaratskhelia.

Il nazionale francese sarebbe in condizione di assicurare all’undici di Spalletti un maggior equilibrio in quella zona di campo dove il Napoli non sempre riesce ad accorciare per fare filtro davanti alla difesa. Senza più Fabian Ruiz le caratteristiche di Ndombele andrebbero a contemplare un gioco più rapido e meno compassato, con un movimento del palleggio più in verticale che in orizzontale, come invece accadeva con lo spagnolo. Sarà interessante vedere se questo ipotetico meccanismo saprà dialogare con i movimenti senza palla di Osimhen, che tende spesso ad abbassarsi per raccogliere più da vicino il lavoro dei centrocampisti e degli esterni fluidificanti.

 

Giovanni Pablo Simeone Baldini

Quello che sembra avere un nome da scrittore sudamericano di origini italiane è invece un attaccante ben noto al campionato italiano, tra le sue già tante presenze con le maglie di Genoa, Fiorentina, Cagliari e Verona. Cresciuto nel River Plate, arriva a Napoli con dei trascorsi della sponda rivale a quella del legame indiretto grazie all’avvento di Maradona. Un po’ come Higuain, anch’egli con un’esperienza al River alle spalle. In più, per Simeone, prima di approdare in Italia, una stagione col Banfield, squadra di una cittadina a pochi chilometri da Buenos Aires. 

Prima punta come primo ruolo, non disdegna di giocare come esterno, grazie anche alle sue qualità in velocità. Nel Napoli dovrebbe fare da vice Osimhen, ma il tempo e le gare diranno come e quanto sarà impiegato. Pericoloso nel gioco di testa, saprebbe raccogliere i cross provenienti soprattutto dai piedi di Di Lorenzo e Lozano. Lo scorso anno a Verona i numeri hanno detto di un centravanti protagonista di un ottimo rendimento. È interessante notarlo anche nelle fasi di non possesso, quando sa svolgere funzioni da anomalo “interditore” addosso al palleggio delle difese avversarie, lavorando sia su azioni di disturbo che sulla possibilità di guadagnare la profondità sin da prima di un ipotetico recupero palla.

 

Giacomo Raspadori

Il ventiduenne di Bentivoglio è stato a lungo inseguito del Napoli in una trattativa che lo ha portato dove lui desiderava. Probabilmente è il tipo di calciatore adatto ai colori della piazza. La sua tecnica e la sua rapidità ne fanno un elemento che dovrebbe saper trovare spazio sia nel 4-3-3 che in un ipotetico 4-2-3-1, viste le caratteristiche di altri calciatori.

Il giovane attaccante proveniente dal Sassuolo si è già fatto strada in nazionale. Adesso cerca una consacrazione in un club che quest’anno disputerà la Champions League e che ormai da molti anni è consolidato tra le squadre europee più costantemente dentro le competizioni continentali. Raspadori dovrebbe fornire a Spalletti quel quoziente di imprevedibilità buono a dialogare con l’intendimento raffinato del calcio di Kvara e con la velocità sia di un attaccante come Osimhen che con i suggerimenti provenienti da una mediana in cui Zielinski e Ndombele hanno tutte le carte in regola per alimentare la velocità di questo calciatore che nella fase offensiva sa sia concludere che giocare da rifinitore.

Infatti, per ora, i suoi numeri non dicono di una grandissima vena realizzativa, ma di un tipo di rendimento che prevede un apporto più ampio. Un calciatore rapido e al tempo stesso di manovra. Da sperimentare in una squadra che fa del palleggio una delle sue armi preferite.


“A mente fredda” le valutazioni possono attender soltanto la parola del campo, ma rispetto a qualche tempo fa, qualche risposta è stata già data. Soprattutto quella sul dubbio se questa estate di cambiamenti fosse o no abbastanza per riformulare un’identità invece che indebolirla. Adesso resta ancora una parte di mercato e il prosieguo di questo inizio di stagione.