Un altro ex milanista che non è riuscito a imporsi è Francesco Acerbi. Purtroppo per lui, ma anche e soprattutto per il club. Ritrovarselo oggi nel pacchetto di centrali, a giocarsi in posto con Paletta e Romagnoli, forse avrebbe fatto la differenza nelle situazioni più delicate del campionato in corso. Ma tant'è, il passato è passato. E, nello specifico, dobbiamo tornare indietro fino all'estate del 2012, quando il Milan lo prelevò dal Genoa (metà del cartellino apparteneva al Chievo) per 4 milioni di euro. Ciccio scelse la maglia numero 13. Senza nessuna paura, nonostante non molti anni prima appartenesse a un certo Alessandro Nesta. A San Siro, tuttavia, le cose non vanno come tutti vorrebbero. Appena 6 apparizioni in Serie A, 2 in Champions e 2 in Coppa Italia, poi il ritorno a Verona (dove aveva giocato l'anno prima) a gennaio del 2013. In questo caso, a differenza di Aquilani, non c'è stato nemmeno il tempo per attirare su di sé applausi o contestazioni. Ma il rimorso sì, quello resterà per sempre.
Difesa a tre completata da Matias Silvestre (baluardo del Palermo annata 2011/2012, condita da 29 apparizioni e ben 5 gol) e Cristiano Biraghi (18 partite col Chievo un paio di stagioni fa).
Centrocampo a cinque che, oltre ad Aquilani, è composto da Alberto Grassi (meteora napoletana negli ultimi sei mesi della scorsa Serie A, mai sceso in campo con Sarri), Edgar Barreto (regista rosanero dal 2011 al 2015, 122 presenze e 7 reti), Blerim Dzemaili (a Genova nel campionato 2015/2016) e Diego Laxalt (che ha esordito in A proprio col Bologna, dopo essere stato preso in prestito dall'Inter).
Tandem offensivo formato da Simone Pepe (rapporto turbolento chiuso con il Chievo la scorsa estate, per via di un rinnovo promesso dalla dirigenza e poi mai arrivato) e Mattia Destro (prodotto del vivaio dell'Inter, valorizzato al suo primo anno nella massima categoria dal Genoa, con cui ha siglato 2 centri prima della completa esplosione a Siena).
C'è la dura legge del gol, ma anche la dura legge dell'ex. Ed, ovviamente, anche quella che più ci interessa: ovvero la dura legge del gol dell'ex.
Quanti di voi, nello schierare la fantaformazione, almeno una volta - se non spesso - vi siete ritrovati a dover scegliere tra due calciatori praticamente equivalenti a livello fantacalcistico, ed avete pensato "Si, però Tizio è un ex. E magari...".
Già. Perché da che mondo è mondo, anche se non verificata a livello statistico, esiste una legge non scritta che dice che l'ex punisce sempre. Vero? Falso? Solo il futuro può dirlo. Quel che è certo è che, vista anche la frenesia del calciomercato italiano, di settimana in settimana in Serie A decine di ex incontrano le loro vecchie squadre, e col dente più o meno avvelenato. Ecco perché, ad ogni turno di campionato, e solo qui su Fantagazzetta, convinti di farvi cosa gradita, proveremo a proporvi addirittura un undici di ex "consigliabile" in sede fantacalcistica.