Ivan Gazidis, amministratore delegato del Milan, ha parlato nel corso di un'intervista concessa al Corriere dello Sport: 

"In Italia troppi episodi di razzismo. Al Milan ci teniamo che i nostri giocatori siano coscienti che un problema razzismo esiste ed è reale. Parliamo molto con loro, cerchiamo di trovare le soluzioni e di offrire loro un modello virtuoso di società. In Premier League molto è stato fatto in questi anni, ma il problema razzismo non è ancora stato risolto del tutto. Però in Inghilterra si è partiti da cose concrete. 

Gli stadi per esempio, devono essere funzionali e accoglienti; devono venire considerati come luoghi dove è bello passare un paio d’ore. Mi piace pensare a stadi con sempre più bambini e donne, dove c’è tranquillità e c’è rispetto reciproco, verso i giocatori e tifosi avversari. Poi è chiaro: la tecnologia è fondamentale per identificare e isolare chi non rispetta le regole, chi offende e insulta il giocatore di colore.  Mio padre è stato tre anni in prigione: era un attivista e combatteva l'apartheid. Noi Gazidis siamo esuli, emigranti".