Non c’è un presidente della Federcalcio, al termine della giornata di votazioni per la presidenza della FIGC all’Hotel Hilton a Milano: senza esito anche la quarta votazione, dopo che le prime tre erano risultate senza una maggioranza assoluta del 50% di voti più uno. Prima dell’ultima tornata Sibilia stesso, uno dei due candidati superstiti dopo l’uscita di scena di Tommasi alla terza votazione, aveva chiesto la scheda bianca: “Non ci sono le condizioni per procedere, chiedo ai rappresentanti della Lega Dilettanti di votare scheda bianca. Abbiamo fatto tutti i tentativi per fare un accordo per avere una larga condivisione”, aveva detto Sibilia preliminarmente al quarto voto. “Era un accordo con Gravina presidente. Evidentemente all'interno hanno avuto problemi, ma questo sta a significare quanto noi siamo stati responsabili".

Poi la replica di Gravina, che smentisce Sibilia: "Anzitutto bisogna chiedere scusa agli italiani. La partita andava giocata fino in fondo, ma a un certo punto qualcuno ha deciso di prendere il pallone in mano e di portarselo via. Non stiamo a parlare di proposte di accordo, che definisco volgare. Non potevo accettare la presidenza, a dispetto di un progetto, di una squadra, di un pacchetto di voti che va oltre la Lega Pro. Non è la sconfitta del calcio italiano, ma la certificazione della sconfitta di una classe dirigente".

Già i risultati della terza tornata avevano fatto temere il peggio: Sibilia 202,51 (39,42%) e Gravina 197,06 (38,36%). Tommasi fuori dai giochi con 106,79 (20,79).

Adesso 48 ore di tempo per la nomina da parte del CONI di un commissario per la FIGC: si fa sempre più concreto il nome dello stesso Malagò.