Con il pareggio di ieri contro la Spal e contemporaneamente alla sconfitta del Lecce maturata sul campo del Bologna, il Torino è aritmeticamente salvo. Lo svantaggio negli scontri diretti con la squadra pugliese è infatti stato annullato dal +7 sui restanti 6 punti disponibili, ma se da un lato il sorriso è per un traguardo di tranquillità dall'altro il rammarico è quello per una stagione contrassegnata da diverse, forse troppe, ombre. 

Crisi Torino, Cairo contestato

Nel mirino dei tifosi è allora finito Urbano Cairo, il patron che negli anni ha sempre avuto una parte del pubblico contro. E mentre all'orizzonte spunta un possibile acquirente piemontese ancora avvolto dal mistero, il n.1 dei granata ha provato a spiegare all'Ansa l'attuale situazione del club, concedendosi il punto sul futuro del Torino e le considerazioni sull'attuale stagione. 
 

“Mai venderei il Torino dopo una stagione come questa, anche se non è detto che io debba restare a vita alla guida di questa società: hanno lasciato Milan e Inter presidenti storici e importanti come Berlusconi e Moratti…”,

LA STAGIONE TRASCORSA -  “L’annata che abbiamo vissuto non è certo in linea con le nostre aspettative: l’anno scorso siamo arrivati settimi, abbiamo tenuto tutti i giocatori e abbiamo fatto un investimento importante di 25 milioni di euro per Verdi, oltre a Lyanco che è rientrato. Ma è stata un’annata sfortunata, a volte capita: aver raggiunto la salvezza, pur con due giornate di anticipo, non è un obiettivo coerente con la storia degli ultimi nove anni di serie A del Toro in cui la media di posizione ottenuta è stata intorno all’ottava”.

IL PROSSIMO ANNO “Intanto a Longo va dato atto di aver lavorato bene e di aver raggiunto il risultato prefissato in un contesto difficile e inedito. Merita un grazie per questo. Quanto alle decisioni sul futuro, con il direttore sportivo in questi giorni affronteremo le più impellenti tra le quali ovviamente c’è quella del tecnico”.