AGGIORNAMENTO ORE 13.59 - In merito alle notizie di questa mattina, il Parma ha diramato un comunicato ufficiale sul proprio sito.

"Il Parma Calcio 1913 apprende con sgomento e sconcerto le notizie di stampa riguardanti l’asserito deferimento per la presunta violazione dell’art. 7 del Codice di Giustizia Sportiva, che sarebbe stato contestato in data odierna dalla Procura Federale al Club e ai propri tesserati Emanuele Calaiò e Fabio Ceravolo per l’invio di alcuni messaggi di testo ad ex compagni di squadra prima della partita Spezia-Parma e desidera precisare quanto segue:

- Riteniamo che l’accusa di tentato illecito sportivo, se confermata visto che la società a tutt’ora (le ore 13:55 di mercoledì 20 giugno) non ha ancora ricevuto alcun tipo di comunicazione a riguardo, rispetto alle condotte riscontrate, sia sconcertante. Non riusciamo davvero a concepire come testo e tenore dei messaggi in questione possano integrare una fattispecie così grave e siamo convinti che chi dovrà giudicare lo farà nel rispetto delle norme, della giustizia e del buon senso. Il Parma Calcio 1913 continua a nutrire la massima fiducia nella Giustizia Sportiva, ma chiede che la verità venga stabilita nel modo più rapido possibile, per rispetto nei confronti del club e dei suoi tifosi.

- La Società – che ricordiamo non è mai nemmeno stata convocata o ascoltata in ordine a questo procedimento – auspica che, come sono stati resi pubblici molti dettagli delle indagini, possano essere resi pubblici dalla Giustizia Sportiva, da subito o al termine del procedimento, anche i testi dei messaggi in questione, affinché tutti gli sportivi italiani possano avere contezza del tenore degli stessi.

- Già nel recente passato, il Parma Calcio ha dovuto sopportare danni di immagine notevoli in ordine ad accuse infamanti rivelatesi infondate, senza ricevere alcuna tutela. Nelle ultime settimane sta inoltre assistendo ad un crescendo di dichiarazioni aggressive e insinuanti da parte di tesserati e dirigenti di altre società, senza che nessuno abbia mai censurato questi comportamenti o mosso un dito. Il Parma Calcio non è mai entrato a far parte di questo circo. Continuerà a starne fuori. Ma non ha alcuna intenzione di partecipare a un processo mediatico, dove giorno dopo giorno si alternano notizie contrastanti e la Società si ritrova ad apprendere dai giornali l’evoluzione della inchiesta in questione. Per primi vogliamo chiarezza, giustizia e rispetto delle norme.

- Da ultimo vogliamo continuare a rassicurare i nostri tifosi, in quanto rimaniamo convinti che in alcun modo i fatti contestati possano rappresentare un illecito. Siamo pertanto certi che questa vicenda – che sta comunque arrecando al Parma ingenti danni di immagine, tecnici, commerciali ed economici – non potrà che definirsi senza conseguenze per il Parma Calcio. Chiediamo a tutti i nostri tifosi di rimanere vicini a questa società e a questa squadra e a tutte le persone che la compongono, che meritano la fiducia di tutti noi per il comportamento sempre dimostrato in campo e fuori dall’inizio del nostro percorso di rifondazione".

Tentato illecito: è questa - apprende l'Ansa - l'accusa che il Procuratore della Figc Giuseppe Pecoraro fa al Parma e ai suoi giocatori Calaiò e Ceravolo per il caso degli sms inviati ai loro colleghi dello Spezia prima dell'ultima partita di campionato. La Procura ha chiuso oggi le indagini, comunicando la violazione dell'art.7 agli interessati, aprendo così l'iter per il deferimento. In caso di sanzione, il Parma rischia la Serie A.

Infatti i gialloblu potrebbero andare incontro ad una penalizzazione in punti da scontare nella classifica del campionato di B appena conclusosi. 


Dunque, Parma deferito per responsabilità oggettiva, assieme ai propri tesserati Calaiò e Ceravolo accusati di tentato illecito sportivo riguardo il match contro lo Spezia nell'ultimo turno di campionato di Serie B. Per fine mese, atteso il processo presso il Tribunale Federale (primo grado della giustizia sportiva).