Il difensore della Juventus Federico Gatti ha concesso un'intervista a "Tuttosport", in vista del derby col Torino.

Sulla sua stagione

"Ho ancora enormi margini di miglioramento. Sono cresciuto nella personalità, quella te la danno l'esperienza e gli errori. Ringrazio Allegri per avermi dato la possibilità di crescere. Quando fai un errore e poi vieni messo da parte è dura, invece lui mi ha dato continuità e questo mi ha permesso di diventare più forte e un giocatore migliore. Poi nella Juve è normale che cresci, qui io cresco ogni giorno. Mi ha colpito molto la cura del particolare e la grande umiltà di tutti i compagni. E poi devi crescere ogni giorno, sei sempre in discussione, ti senti spronato a dare il massimo, La Juve ti dà tanto, ma anche tu devi dare tanto e di più. Devo migliorare ancora in termini difensivi e di impostazione. Ho due obiettivi precisi che sono quelli della Juventus: la Champions League e la Coppa Italia". 

Sugli avversari

"L'attaccante più difficile da marcare? Sicuramente l'anno scorso Mbappé del Psg, ma ce ne sono tanti: anche Leao e Osimhen. Direi anche Vlahovic, ma ci gioco insieme. Non puoi mai lasciare nulla al caso o staccare la testa per due minuti. Per il difensore è più difficile, non puoi sbagliare nemmeno una palla. Loro magari sbagliano tre o quattro occasioni, ma poi se segnano hanno fatto il loro. In difesa puoi fare grandi interventi durante la partita, ma se nell'occasione del gol sbagli rovini la partita". 

Sul derby

"Ormai sto convertendo la mia famiglia. Mio padre è sempre stato tifoso del Toro e io ora ho chiaramente il mio amore per la Juve che lo sta facendo avvicinare. Viene con frequenza allo stadio ed è una cosa che non avrei mai detto. Zapata e Sanabria sono entrambi forti. Il Torino è una squadra molto fisica, rognosa, gioca sulle seconde palle. Uomo contro uomo. Stanno facendo molto bene, sarà una partita molto difficile. Buongiorno? Ci siamo conosciuti in Nazionale. Ma già lo conoscevo dai tempi delle giovanili nel Toro, lui aveva un anno in meno e lo avevo quindi già incrociato in passato. Per noi due che siamo torinesi il derby ha un sapore maggiore. Derby che mi ricordo di quando ero giovane? Quello del fallo di Glik su Giaccherini e quello del gol di Pirlo all'ultimo minuto. A quei tempi non potevo immaginare che un giorno sarei riuscito a giocarlo il derby. Alla Juve la pressione e la tensione ci sono sempre, ogni giorno. Un banco di prova quotidiano. Allegri spesso ci cita la frase di Vialli: 'Alla Juve il successo spesso è un sollievo più che una gioia'". 

Su Vlahovic

"Come tutte le persone sta vivendo una crescita. Rispetto all'anno scorso è molto più dentro la partita e anche se un attaccante pensa soprattutto a fare gol è migliorato tanto grazie alle esperienze vissute con le partite. Si migliora grazie agli errori, grazie a quelli cresci maggiormente". 

Sui black out

"E' stato un periodo no in cui è mancato qualcosa: mesi prima una palla finiva sul palo e ed entrava in porta, poi succedeva il contrario. Ci è mancata un po' di esperienza. Ora abbiamo questi due obiettivi, Champions e Coppa Italia, e non possiamo farceli sfuggire, assolutamente. Ora dobbiamo vincere il derby perché dopo i tre punti vivi meglio, ti alleni meglio ed è tutto più bello. L'Inter mi ha sorpreso, non ha sbagliato mezza partita. Hanno una ottima rosa e mi hanno stupito per la loro continuità". 

Su Yildiz

"E' giovanissimo, ha davanti una carriera lunga e importante. Non deve accontentarsi, sarebbe l'errore più grande ma pensare a migliorarsi giorno dopo giorno. Ma non deve pensare di spaccare il mondo già domani. Io spesso lo marco in allenamento, si vede che, a soli 18 anni, ha grandi qualità. Abbiamo tanta fiducia in lui, ha qualità impressionanti. Deve avere pazienza che è basilare nella carriera di un giocatore, mai volere tutto e subito". 

Sul Var

"Stiamo rivoluzionando troppo il calcio per i miei gusti, a me piace quello di altri tempi. Quello senza Var, ora non mi pare tutto finto, ma si sta esagerando. La tecnologia esasperata toglie le emozioni per abbassare il numero degli errori, ma in realtà si sbaglia lo stesso perché ci sono comunque scelte difficili da prendere. Davanti a un monitor vedi una realtà che è oggettiva, ma non sempre corrisponde a quella del campo. Con le azioni al rallentatore non capisci l'entità dei contatti. Lo dico anche per esperienza personale. Se fermi l'immagine magari vedi un tocco o un contatto, ma non puoi comprenderne la portata e la forza. Il braccetto un po' alzato, un po' basso, un difensore ora non può più fare niente che è rigore. A volte fanno un cinema per far prendere un giallo o un rosso all'avversario. In area non possiamo più intervenire, ci dobbiamo togliere per evitare di subire un rigore".