Fabio Capello lancia il suo grido d'allarme. Intervistato dal "Corriere dello Sport", l'ex allenatore ha analizzato il momento del calcio italiano 'avvisando' i club sull'attuale stato di salute del sistema partendo dalla radice, sulla scia dell'eliminazione della Nazionale ai playoff Mondiali. Di seguito le sue parole.

Sulle spagnole in Champions

"Villarreal, Atletico, Real Madrid… oggi mi ha telefonato un giornalista spagnolo, mi ha detto che dalle sue parti va forte il calcio all’italiana. L'Atletico? Divertente, sì, molto... Si è messo lì per non consentire al City di fare quello che voleva. L’obiettivo di Simeone era quello di non subire gol. Uno l’ha preso, ma adesso a Madrid può giocarsi la qualificazione".

Sul calcio all'italiana

"Noi siamo quelli della costruzione dal basso. I passaggini laterali, tanti simpatici scambi col portiere moltiplicati dalla regola che consente di passarsi il pallone all’interno dell’area. La ricerca immediata della superiorità numerica, come dicono quelli più bravi di me. Da molto tempo ripeto che stiamo copiando il calcio di Guardiola di quindici anni fa. Fino a quando non avremo capito che il modello al quale ispirarsi è quello tedesco non andremo avanti, perché se vogliamo fare come gli spagnoli, che hanno una tecnica superiore, non otteniamo che il 50 per cento del loro risultato. Dobbiamo copiare i tedeschi nella determinazione, nel gioco in verticale e nella profondità. In Italia lo fa solo l’Atalanta

Sugli arbitri

"Sono tutta un’interruzione. Fermano il gioco ad ogni secondo, i contrasti per loro sono sempre punibili e puniti e così le nostre squadre non imparano a tenere alto il ritmo. Siamo rimasti indietro, in tutti i sensi, il problema principale però è che quelli bravi non vengono più in Italia, così manca il confronto con i migliori. Io non imparo nulla se quello che dovrebbe aiutarmi a crescere è del mio stesso livello, ha le mie stesse conoscenze, esperienze identiche".

Su Vlahovic

"Vlahovic mi piace molto, ha velocità, struttura, voglia di fare e di migliorare, la testa è a posto, si muove da attaccante da area, ma sa anche lavorare per la squadra. Allegri ha ragione quando dice che deve imparare a giocare in un top club. E quindi, oltre che per la squadra, con la squadra, governando tensioni e pressioni, le tante fasi della partita".

Su Zaniolo

"Ha avuto due infortuni gravi, è stato fermo 18 mesi, un anno e mezzo in due tempi, capisci? Deve solo ritrovarsi atleticamente. Recuperi la fiducia nel proprio fisico, l’esuberanza, la buona tecnica non gli manca. Fino a poco tempo fa parlavamo di lui come di uno dei talenti del nostro calcio".

Sul Napoli

"È la mia favorita per lo scudetto, lo dissi in tempi non sospetti e lo ripeto ora che è in corsa. Arrivo prima degli altri. Ha l’allenatore giusto, Spalletti possiede l’esperienza e la convinzione che servono. Il punto di forza è la difesa, concede poco".

Capello (Getty)
Capello (Getty)