"Ho temuto di morire e ho perso dieci chili. Ho compreso che nella vita la cosa più importante è la salute", così Adriano Galliani ha raccontato al Corriere della Sera la sua esperienza con il coronavirus. Galliani, 76 anni, era risultato positivo al coronavirus a fine febbraio; ora, dopo i giorni in terapia intensiva, può tornare a sorridere per la guarigione. Vi riportiamo uno stralcio dell'intervista al Corriere della Sera. 

La terapia intensiva


"Dal 7 marzo al 17 sono stato in terapia intensiva. I dieci giorni più lunghi della mia vita. È stato un incubo. Avevo davanti a me solo un muro, il reparto di terapia intensiva non ha finestre e all’interno ci sono solo letti. Non c’è nemmeno il bagno".

Il trasferimento in reparto


"Il 17 marzo sono risultato negativo, un sospiro di sollievo e immediatamente sono stato trasferito in reparto. Per il calcio e per il mio lavoro ho girato il mondo, ho avuto la migliore sorte di andare negli alberghi di lusso. Eppure, una volta entrato in un reparto normale, mi sono subito detto: “Non c’è Four Season che tenga, questo è il posto più bello della mia vita”. I medici ora mi hanno detto che ci vorrà circa un mese per riprendermi. Ho perso dieci chili perché in quei maledetti giorni non riuscivo nemmeno a mangiare una polpetta".

La vicinanza di Silvio Berlusconi

"Berlusconi mi scriveva di continuo, mi mostrava il suo affetto, era preoccupato per me. Vedevo le sue chiamate anche quando non potevo rispondere per la stanchezza". 

Il calcio

"È la mia grande passione, mi è mancato. Avevo l’angoscia che nel corso di un match potessero parlare dei decessi, della pandemia".