Michela Rostan, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, in una nota ufficiale ha chiesto spiegazioni sui ritardi e sui criteri di distribuzione delle mascherine al personale medico italiano, impegnato nella lotta al Coronavirus: "Si faccia subito chiarezza su eventuali ritardi e sui criteri di distribuzione dei dispositivi di protezione individuale agli operatori sanitari e a tutto il personale coinvolto nelle attività di contrasto alla diffusione del coronavirus. I quasi cinquemila operatori sanitari contagiati, il doppio della Cina, sono molto più di un segnale di allarme su una errata impostazione dei sistemi di lavoro che devono contemplare in primis meccanismi adeguati per la tutela di medici, infermieri, tecnici di laboratorio e medici di famiglia. Non possiamo più mandare al macello senza adeguate protezioni proprio le donne e gli uomini che devono combattere in prima linea per fermare il contagio".

"Su ventidue decessi registrati finora, la metà sono medici di famiglia che, salvo alcune piccole operazioni spot, ancora non hanno ricevuto alcun presidio di protezione e continuano ad operare in tutta Italia in condizioni di pericolo inaccettabile per sé stessi e per i loro assistiti. Il fatto poi che oltre la metà dei contagiati siano donne che lavorano negli ospedali, e che poi rientrano a casa a fine turno, è ulteriore prova che qualcosa non è andata per il verso giusto. Non possiamo sconfiggere il virus se sono proprio gli operatori sanitari a diffonderlo. Ciò che sta avvenendo in Veneto con i tamponi obbligatori a tutti gli operatori sanitari dai quali risulta un’alta presenza di casi positivi, deve essere replicato in tutte le regioni italiane. E bisogna farlo subito. Non può essere ammissibile che i tamponi vengano fatti ai calciatori e non a chi quotidianamente lavora negli ospedali, nei presidi medici, negli ambulatori, nei servizi di emergenza a stretto contatto con centinaia di persone ogni settimana. Non è così che sconfiggeremo il virus".

Coronavirus, tutti i numeri dell'Italia

Per quanto riguarda l'Italia, complessivamente sono state colpite dal virus 63.927 persone. Quanto alle guarigioni, nelle ultime 24 ore sono guariti 408 pazienti come scritto in precedenza, per un totale di 7.432. Il numero delle vittime totali sale, purtroppo, a 6.077 I pazienti ricoverati in strutture ospedaliere con sintomi sono 20.692, di cui 3.204 in terapia intensiva. 26.522 sono invece le persone in isolamento domiciliare in tutta Italia.