Il Maradona che s’intona ai colori e ai suoni della Champions League, la partita di Lobotka che ormai sembra una metamorfosa di Kafka inversa, Osimhen che non si lascia turbare dal rigore sbagliato e che tutto intorno sono quaranta minuti di grande gara, nessuno dei calciatori del Napoli che si sia lasciato condizionare dopo un errore, Meret, Spalletti che l’ha preparata come meglio non sarebbe stato possibile smentendo le critiche ricevute da Sacchi alla vigilia, Simeone (per una notte simbolo di un Napoli adulto e bambino) che debutta e segna in Champions League realizzando il sogno che aveva da ragazzino, piangendo prima e dopo, e che alla richiesta del giornalista di ribaciare il tatuaggio davanti alle telecamere risponde che lo rifarà solo se segnerà ancora, perché c’è ancora qualcuno a guardia del sacro personale e collettivo, l’assist di Zielinski nel secondo gol, Mertens che in tribuna si diverte ed esulta con la maglia storica Buitoni, Kvara che fa impazzire Alexander-Arnold, l’aristocrazia del calcio irretita sotto gli occhi del Nome che proprio a Napoli capovolse le gerarchie del calcio, perché squadre come il Liverpool non tollerano che le si tratti in quel modo, il sogno di aver assistito a un inizio e non a un caso straordinario, Zerbin che non ha paura di provare a fare le cose che avevano fatto quelli che ha sostituito, Simeone che leggendo il risultato della partita del padre esulta violando l’antispoiler televisivo, Osimhen che dalla panchina si diverte come Mertens in tribuna, Anguissa, Olivera chiamato a fare il titolare e a scrollarsi di dosso le ultime scorie nella partita più difficile, e che titolare!, il pragmatismo di Kim, tutta la formazione, tutto l’organico, il tocco sotto di Zielinski nel quarto gol, il primo tempo più bello della storia del Napoli nella Champions League, perché quello col Real Madrid del 1987 fu straordinario, ma ebbe un epilogo amarissimo, questo, invece, è stato felice, il primo tempo più bello della storia del Napoli nelle competizioni europee al pari di quello con la rimonta sulla Juventus del 1989. Adesso ogni tifoso del Napoli starà sperando soltanto che i calciatori e l’allenatore sappiano bene che non manca un tempo o i supplementari, ma una stagione in cui arriveranno tanti Liverpool sotto altre sembianze. Tuttavia, che non cambino mai quelle di questo Napoli.