L’Europa League nuovo formato mette davanti al Napoli un girone di messa alla prova, passato recente e antica suggestione. Il Leicester City è la sfida al modello più sorprendente del calcio inglese degli ultimi anni. Dal clamoroso trionfo in Premier di pochi anni fa, fino alla consacrazione di squadra meritevole di occupare i piani alti della classifica d’oltremanica. Il Legia Varsavia ricorda il record di sei vittorie su sei nel raggruppamento in cui gli albori del Napoli di Sarri lampeggiavano già la qualità che si sarebbe consacrata nei mesi a venire. E Poi, quello Spartak Mosca che rievoca ricordi carichi di quella nostalgia che porta il nome di Diego Armando Maradona.

Fu in quel precedente, valevole per gli ottavi di Coppa dei Campioni, che alla vigilia della gara di ritorno a Mosca vide l’arrivo in ritardo del Pibe de Oro a causa di forti frizioni con la società dovute a molte ragioni, alcune molto delicate. Tuttavia, quella vigilia, che avrebbe determinato la punizione inflitta al capitano del Napoli di iniziare la partita da riserva, fece un’eccezione che soltanto per Maradona sarebbe stata possibile. All’indomani delle celebrazioni per gli ottant’anni della rivoluzione bolscevica, al numero dieci più celebre della storia del calcio fu aperta la Piazza Rossa, solo per lui, in un clima surreale in cui, mentre il fuoriclasse argentino visitava il luogo simbolo della Russia insieme a uno dei dirigenti del Napoli, i soldati ne circondavano le recinzioni.

La partita finì male. Il Napoli fu sconfitto ai calci di rigore dopo che un tiro di Incocciati durante i tempi supplementari si era stampato sul palo. Il Napoli uscì da una competizione che rappresenterà sempre l’eterno rimpianto di quegli anni, ma Maradona, per l’ennesima volta, si era reso protagonista di un ennesimo prodigio. Aveva sorpreso la vecchia e nuova Russia.

Il Futbol'nyj Klub Spartak Moskva oggi è allenato da Domenico Tedesco, nativo di Rossano Calabro. Il club moscovita è da sempre uno tra i più acerrimi rivali della Dinamo. Risalendo fino agli anni dei fratelli Starostin, una rivalità che ha avuto una forte connotazione politica. Talvolta, senza esclusione di colpi. Il palmares dei russi è di grande rilievo in patria, ma di scarso valore nel continente. Decine di titoli e trofei sovietici e russi, ma zero successi in campo internazionale, eccezion fatta dei successi nella Coppa dei Campioni della CSI, che, comunque, resta una competizione interna al “circuito russo”.

Gli ultimi anni, che hanno visto anche la guida tecnica di Massimo Carrera, hanno espresso uno Spartak spesso duttile e slegato da moduli rigidi. I russi, però, hanno assimilato sistemi difensivi efficaci, di ispirazione italiana, con linee corte e serrate, anche a sacrificio del reparto offensivo.

Getty images
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Il Leicester, nonostante conti meno titoli nazionali, è di certo un avversario di alto livello. I successi degli ultimi anni in Inghilterra, sono avvalorati da un organico di valore e dall’esperienza di un allenatore che ha saputo consolidare un’identità chiara e solida. Quello di oggi non è il Leicester del 2016, ma la prosecuzione tattica di Brendan Rodgers ha portato ottimi risultati.

Il 5-3-2 in fase di non possesso, Ndidi o Choudhury sono le possibilità per contare su un mediano di interdizione. L’inglese e il nigeriano sono i centrocampisti di rottura di un assetto che in fase difensiva stringe le linee e le accorcia in pochi metri muovendo l’intera squadra in fase di pressing. Dennis Praet è l’uomo da tenere d’occhio. Centrocampista offensivo di grande talento, il belga sa muoversi molto bene tra le linee e lungo la verticale che lega il vertice basso davanti alla difesa e la trequarti avversaria. Davanti, Vardy e ?heanach? sono le due punte più insidiose. Il primo, che non ha bisogno di presentazioni, è la storia e l’esperienza, mentre il secondo costituisce un elemento più giovane, ma di ottime capacità atletiche e tecniche, grazie alla sua abilità negli spazi stressi e in campo aperto.

Il Klub Pi?karski Legia Warszawa costituisce un avversario di minori preoccupazioni sul piano tecnico. Il Napoli ha già affrontato e battuto i polacchi in un’edizione di pochi anni fa. Anche se queste due squadre da allora sono cambiate, i valori degli azzurri restano superiori. Un aspetto, però, deve mettere in guardia gli uomini di Spalletti. Il Legia è allenato da Michniewicz, mister polacco di grandi qualità e di ottima preparazione. Il suo gioco ha spesso messo in difficoltà avversari sulla carta superiori e la sua scaltrezza tattica si ispira a diversi allenatori italiani. Inoltre, i polacchi sanno di poter contare su una tifoseria che in casa sa farsi sentire.