La Fiorentina ritrova la finale di Coppa Italia a distanza di nove anni. Nel 2014 il Napoli di Benitez si impose per 3-1 nella notte di Roma che, a distanza di mesi, sarebbe passata alla storia per ragioni purtroppo tragiche. L’Inter, detentrice del trofeo, invece, disputerà la sua seconda finale consecutiva, con entrambe le squadre qualificate per il quartetto che nella prossima stagione si contenderà la Supercoppa italiana. La nuova formula si giocherà con due semifinali e una finale in un mini torneo che vedrà impegnati i campioni d’Italia, il Napoli, la seconda classificata in serie A e le due finaliste di Coppa Italia.

I precedenti tra Inter e Fiorentina dicono di un equilibrio perfetto per 5 vittorie a testa e 3 pareggi. I nerazzurri, però, storicamente hanno una maggiore dimestichezza con questa competizione, conquistata 8 volte dai milanesi. Mentre la Fiorentina, che nella classifica generale dell’albo d’oro è quinta insieme al Napoli, vanta 6 titoli, l’ultimo dei quali vinto nel 2001 nella doppia finale col Parma. 

La gara dell’Olimpico vale due tensioni molto diverse. Per l’Inter, che quest’anno sarà anche impegnata per la finale di Champions League col Manchester City di Guardiola, la partita vale la conferma di un titolo e la possibilità per Inzaghi di allontanare le polemiche intorno al suo operato che, nonostante una serie positiva di risultati raggiunti fino a questo momento, non incontra il pieno consenso della tifoseria e della critica. Dall’altra parte c’è una Fiorentina che, ugualmente col pensiero alla finale di Conference League col West Ham, vuole riportare a Firenze la Coppa nazionale e vuole dare lustro a una stagione che Italiano ha saputo rendere esaltante proprio sulla sponda coppe, nazionale ed europea.

Italiano, che deve rinunciare solo a Sirigu, potrà impiegare il suo 4-2-3-1 con Dodò e Biraghi fluidificanti, Amrabat e Castrovilli in mediana, Ikoné, Bonaventura e Nico Gonzalez a supporto della punta che dovrebbe essere Cabral. Il 3-5-2 di Inzaghi dovrebbe schierare la formazione migliore reduce dal turnover di una non brillante prestazione a Napoli. Acerbi torna al centro della difesa, mentre Brozovic e Calhanoglu dovrebbero partire titolare insieme a Barella (Mkhitaryan è infortunato). In attacco Lautaro Martinez e Dzeko dal primo minuto, con Lukaku pronto a subentrare. 

Due moduli diversi, due filosofie di gioco differenti. Da una parte il possesso palla di Italiano tutto improntato sul palleggio e il lavoro degli esterni, dall’altra le verticalizzazioni di un’Inter spesso più compatta e bassa pronta a sfruttare la rapidità dei terzini e la velocità di esecuzione dei centrocampisti e di Lautaro Martinez. In più di un’occasione Italiano ha saputo mettere in difficoltà sul piano tattico il gioco di Inzaghi. In una finale conteranno molto anche l’esperienza e il cinismo. Due qualità che, sulla carta, fanno dell’Inter la favorita. Tuttavia la Fiorentina ha dimostrato ampiamente di essere una squadra molto difficile da battere e da domare sul piano psicologico.