Curioso che Atalanta e Bayer Leverkusen abbiano raggiunto i loro massimi storici europei nella stessa stagione. Quell’annata 87\88 in cui i tedeschi si aggiudicarono l’allora Coppa Uefa (attuale Europa League senza le squadre vincitrici delle coppe nazionali) e i bergamaschi furono beffati nelle semifinali di Coppa delle Coppe dal Malines, poi vincitore di quella edizione dopo aver battuto l’Ajax in finale.

Il Leverkusen conquistò quel trofeo dopo un’incredibile rimonta nella finale di ritorno. Allora si giocavano due partite. Nessuna finale unica, ma ogni squadra a fronteggiarsi sul proprio terreno. Goal in trasferta dal valore doppio in caso di parità e tanta paura di subirne anche uno solo in casa. E allora rimontare anche una sola rete di svantaggio era impresa assai ardua. Lo dicevano dei meccanismi diversi e delle filosofie tattiche molto più attendiste e prudenti, talvolta al limite dell’esasperazione difensiva.

In Spagna con L’Espanyol il Leverkusen subisce 3 goal senza segnarne nemmeno uno. Uno 0-3 che ha il sapore amaro di una sentenza inappellabile. In Germania il primo tempo finisce sullo 0-0. 45 minuti sono pochissimi per sperare in un ribaltone. E così ancora meno quando prima del gol di Tita ne mancano poco più di trenta. La coppa è nelle mani degli spagnoli (in semifinale il Bayer aveva eliminato il Barcellona). 

Il brasiliano però trova la rete che sblocca la gara e la psicologia collettiva. Pochi minuti e arriva il raddoppio di Gotz. L’Espanyol ha paura e la terza rete del sudcoreano Cha Bum-kun, oro ai giochi asiatici del 1978, azzera le distanze e pareggia tutto. Si va ai rigori e gli spagnoli sbagliano gli ultimi tre. “Portaombrelli” al Bayer e primo trofeo europeo per i tedeschi.

Poche settimane prima l’Atalanta viene eliminata in semifinale di Coppa delle Coppe. Il massimo risultato europeo dei bergamaschi. Almeno fino a prima della qualificazione in finale di Europa League. Allora i nerazzurri disputavano il campionato di serie B ed erano finiti in quella competizione perché il Napoli, vincitore di scudetto e Coppa Italia, si era qualificato in Coppa dei Campioni liberando il posto in Coppa delle Coppe all’altra finalista della coppa nazionale. Prima volta nella storia del calcio di una semifinalista di Coppa delle Coppe militante in una serie inferiore. E l’Atalanta giocò un grande doppio confronto col Malines, cedendo il passo alla compagine belga anche a causa di un po’ di sfortuna.

Ora la storia non si ripete, ma si migliora. Prima finale europea per la Dea. Come avversario i nuovi campioni di Germania, reduci da una grandissima stagione e da una Bundesliga esaltante. Gli uomini di Xabi Alonso giocano un calcio coraggioso ed entusiasmante. Entrambe le squadre arrivano a Dublino con la certezza di giocare in Champions League la prossima stagione.

L’unica tensione di fondo, quindi, resta quella della conquista di un trofeo prestigioso. Il Leverkusen ne annovera già uno, l’Atalanta ci arriva dopo anni di evoluzioni e tentativi. Non più da partecipante, ma da protagonista. Come in quella stagione di tanti anni fa.