Tre anni fa fu un 1-2 per i bolognesi che aprì una crisi senza soluzione sulla panchina di Ancelotti. Più di vent’anni fa fu un 1-5 per i romagnoli che fece capire presto come sarebbe finita una stagione in cui il Napoli avrebbe dovuto ingoiare nuovamente l’amaro calice della retrocessione. 

Il trend casalingo è nettamente favorevole agli azzurri, ma in questi anni quando il Bologna ha colpito lo ha fatto sempre in momenti cruciali (anche un’eliminazione agli ottavi di Coppa Italia nella stagione 2012\2013, ivi compresa per il Napoli una sconfitta casalinga anche in campionato) e lasciando un segno difficile da dimenticare. Thiago Motta nella sua carriera da allenatore non ha disdegnato di fare qualche brutto sgambetto proprio ai partenopei. Il Maradona pare ispirarlo in particolar modo. La cabala e le scaramanzie sono in allerta.

Il Bologna è reduce dal pareggio interno con la Sampdoria e la classifica dice di una squadra due punti sopra la zona retrocessione. Il cambio di allenatore non pare aver giovato in misura notevole i rossoblu che, stando al rendimento registrato fino a questo momento, dovranno lottare a lungo e duramente per conservare la permanenza in serie A. 

L’allenatore dei bolognesi potrà contare sul recupero di Barrow, attualmente in ballottaggio con Orsolini. Dominguez e Aebischer dovrebbero completare il terzetto di trequartisti alle spalle di Zirkzee, favorito sul malconcio Arnautovic. Il 4-2-3-1 di Motta anche se sembra partire con propositi più offensivi, potrebbe ripiegare su un’interpretazione molto cauta e prudente del modulo, coi tre a supporto della punta ad abbassarsi sulla linea mediana per fornire maggiore copertura e permettere agli altri centrocampisti di allagarsi per i raddoppi sugli esterni del Napoli.

Spalletti dovrà rinunciare a Rahmani e Anguissa, mentre Osimhen potrebbe ancora una volta partire dalla panchina, lasciando spazio a Raspadori, tatticamente preferibile a Simeone in questo genere di gara. Ovviamente, il Napoli ha ampiamente dimostrato di sapersi servire di tutti i suoi attaccanti in maniera molto efficace e in ogni momento delle gare fino a questo momento disputate. Ndombelé dovrebbe completare la linea mediana dei tre centrocampisti e Politano partire dal primo minuto al posto di Lozano. Kvara andrebbe a schierarsi dall’altra parte davanti a un ipotetico impiego di Mario Rui

Dal punto di vista tattico la partita appare di semplice lettura. Almeno in via ipotetica. Alcuni dati parlano chiaro. Il Napoli è tra le squadre in Europa col maggior rendimento in area di rigore ed è tra gli undici più capaci a giocare palloni nell’area avversaria. Il Bologna, invece, soffre molto questo aspetto, avendo fatto registrare numeri molto bassi nella fase offensiva. In particolare dentro le aree avversarie. Ecco che uno schieramento compatto e la possibilità di cercare soluzioni da lontano potrebbero essere le armi a diposizione di una formazione che sa bene di non potersi permettere distrazioni o sbilanciamenti. 

Così come il Napoli sa di non poter dare nulla per scontato. Con Lecce, Spezia e per oltre un’ora con la Cremonese gli uomini di Spalletti hanno fatto non poca fatica sul piano tattico, senza sempre riuscire a trovare i varchi giusti per andare a rete, ma soffrendo le coperture esasperate degli avversari. Questo è il genere di partite che presentano tipi di difficoltà di natura pure mentale. E il Napoli da tempo sta lavorando anche su quello. Per avere ragione di certi avversari occorre soprattutto la pazienza.