Poco più di sette mesi fa fu l’apoteosi. Il gol di Raspadori ancora suona la marcia trionfale di una stagione indimenticabile. La vittoria a Torino di fine aprile segnò la consegna dello scudetto senza più alcun dubbio. L’inseguimento serrato della vittoria fino all’ultimo respiro sentenziò la superiorità assoluta di qualcosa che non avrebbe potuto avere seguito, se non l’ammirazione per un campionato condotto con così grande autorevolezza. Come nell’anno del primo titolo, il Napoli vittorioso in trasferta con la Juventus bissò il successo sui bianconeri nello stesso campionato. Il crollo felice e liberatorio di Zielinski è ancora uno dei momenti simbolo di un sogno diventato realtà destinato a restare indimenticabile.

Adesso la classifica e gli equilibri del primo terzo di campionato dicono di una Juve in piena lotta per lo scudetto insieme all’Inter e di un Napoli troppe volte sbandato e poche volte in grado di ritrovarsi. Il quarto posto deli azzurri in condominio con la Roma ha un distacco che non è soltanto distanza di punti, ma di condizione mentale. A Torino l’inerzia è tutta per i padroni di casa.

Il 3-5-2 di Allegri pare aver trovato la giusta solidità per un gioco raramente brillante, ma sempre efficace e in grado di sfruttare ogni frangente utile fino ai minuti finali. La fragilità del Napoli in fase difensiva costituisce un aspetto molto favorevole a un’ipotesi tattica in cui la Juventus potrebbe approfittare degli spazi e di una staticità che nelle gare con Real Madrid e Inter hanno fatto emergere dei limiti tradotti in 7 reti subite in 180 minuti. 

Per una gara che potrebbe valere molto per il prosieguo del campionato la Juve si presenta a ranghi completi. McKennie, Locatelli e Rabiot dovrebbero formare la linea centrale di una mediana che si avvale del supporto dei due esterni che hanno anche compito difensivo. In attacco Chiesa e Vlahovic dovrebbero essere i favoriti per una maglia da titolare. Mazzarri deve ancora rinunciare a Mario Rui e a Olivera. Natan sarà schierato come esterno sinistro proprio come nella gara con l’Inter. Mentre Juan Jesus tornerebbe nel suo ruolo di centrale. La solita mediana dovrebbe supportare Politano e Kvara a sostegno di Osimhen, che nella partita casalinga coi nerazzurri è riuscito a maturare nuovamente la partita piena.

L’allenatore del Napoli ha dichiarato che l’attaccante nigeriano non è ancora al meglio, ma che al tempo stesso non può farne a meno. Raspadori e Simeone saranno ovviamente pronti all’utilizzo a gara in corsa, così come le diverse alternative a disposizione degli allenatori, col Napoli chiaramente penalizzato sulla corsia di sinistra. Effetto condizionante anche sul potenziale di Kvara. Il georgiano, infatti, sta soffrendo della mancanza di una spinta dalle linee arretrate che gli consenta di contare su un appoggio per il fraseggio e di guadagnare metri di campo utili a puntare più facilmente la linea difensiva avversaria.

La gara con la Juve per il Napoli conserva un grande valore psicologico, oltre che di tradizione, ma in questo momento la condizione mentale degli azzurri non è quella dei mesi precedenti. L’anno scorso a Napoli, nella gara di andata, la Juve arrivò dopo una lunga scia di risultati positivi e senza subire gol. La miglior difesa del campionato, però, subì una sonora sconfitta (5-1) che determinò in maniera definitiva gli equilibri del torneo. Il Napoli a Torino affronterà una Juve simile a quella battuta l’anno scorso, ma non è lo stesso Napoli. E la prima necessità per i partenopei resta proprio quello di ritrovarlo. E non poteva capitare appuntamento “peggiore” per farlo.