E’ una delle parole più usate sui social, più cliccate, più gettonate. Viene fatto principalmente per giustificare i propri fallimenti e lanciare ombre sui successi avversari.


Eppure i numeri non lasciano spazio a interpretazioni. Neanche dei peggiori malpensanti. Perche l’Inter vince lo scudetto con un vantaggio kilometrico, potenzialmente con 100 punti conquistabili, con nettamente il miglior attacco e nettamente la miglior difesa. Uno scudetto strameritato, da una rosa completa e dal lavoro, appunto dei dirigenti. Marotta, e non solo. E poi c'è la mano di un allenatore preparato, evoluto e migliorato.

Una squadra che gioca a memoria che ha sfiorato una Champions e stravinto un campionato ed è già pronta a vincere ancora con le aggiunte di Taremi e Zielinski. Che si aggiungono ai Lautaro, Thuram, Barella e compagnia. Una vera festa, anche in prospettiva.


Ecco la programmazione. Mentre la Juve non sa se tenere Allegri e continuare a non giocare a calcio, il Milan saluta Pioli in malo modo, il Napoli ha fatto il più grande downgrade della storia e la Roma dopo anni bui ha cominciato una risalita con De Rossi, l’Inter è gia nel futuro. Anni avanti alle altre. Sara’ un caso? No. Perchè la seconda stella dell’Inter combacia con la prima di Beppe Marotta. Dal 2010, anno di arrivo alla Juve, a ieri sera, negli ultimi 14 campionati, 10 volte ha vinto la sauadra in cui Marotta ha iniziato la stagione.

Andò via prima della fine dell’ultimo scudetto di Allegri, ma non cambia la sostanza. Dove c’è Marotta non si vince, si domina. Non a caso la Juve lo ha fatto per anni, scudetti a ripetizione, trionfi a cui è mancata la ciliegiona europea. Idem con l’Inter, due scudetti in 4 anni. 3 Supercoppe e 2 coppe Italia. Più la finale persa a Istanbul. Ecco a trovargli un difetto perde le finali europee (in cui non scende in campo con pantaloncini e scarpette).


Quindi hanno ragione gli scribacchini social e i retropensieristi complottisti terrapiattisti. E’ proprio la Marotta League, ma solo per i meriti e le capacità di un grande dirigente del calcio italiano.