La Juve Stabia in serie B è un ritorno che ancora una volta regala a Castellammare di Stabia la restituzione di una gioia che negli anni della presidenza Fiore era stata più volte sfiorata e mai realizzata e che, nei suoi pochi precedenti (le vespe storicamente hanno varcato poco la linea della serie C) la durata nella categoria cadetta era stata quasi sempre breve e di poche soddisfazioni.

Castellammare è stata la città dei fratelli Abbagnale, protagonisti a più riprese di un equipaggio che nella storia del canottaggio ha scritto la parola leggenda sopra il mare di un golfo minore, pazientemente attaccato e indissolubilmente legato a quello di Napoli. Là dove troppe volte in passato la città dove ha inizio la penisola sorrentina è stata associata solo a fatti di camorra. Senza conoscerne una storia che ha dato i natali a uno sviluppo tecnologico internazionale, a commerci fiorenti e a fasi preziose della storia del teatro e della letteratura.

Dai dipinti di Tivadar Kosztka Csontváry fino all’estenuante difesa dei cantieri navali da parte della resistenza cittadina durante l’ultima rappresaglia tedesca, Castellammare, medaglia d’oro al valore civile, è una tra le testimonianze più intense e significative del passaggio tra il moderno e il contemporaneo della Campania. Per un luogo che ha dentro di sé tutti gli elementi naturali e non dell’immaginario umano. Davanti al mare che chilometro dopo chilometro apre un orizzonte tra i più suggestivi e visitati al mondo, fino alle discrete e raffinate profondità deli confini della costiera sorrentina.

A Castellammare, come in molte altre realtà delle province campane, il pallone segue la norma identitaria che ne fa un regolatore degli entusiasmi. La promozione in B adesso vuol dire una gioia poche volte sperimentata e una speranza che questa nuova esperienza possa durare più a lungo nella città che in passato ha avuto tra i suoi calciatori Gaetano Musella, tra le figure storiche della Juve Stabia degli anni novanta, reduce silenzioso da quel Napoli dei primi anni ottanta in cui non tutti ricordano che Musella, fantasista classico, sfiorò lo scudetto nella Parthenope ante Maradona. Come Gaetano Musella, anche Catello Mari, calciatore stabiese della Cavese prematuramente scomparso anni fa, ne sarebbe felice.