Un'interruzione improvvisa su una lunga carriera come quella del tecnico boemo Zdenek Zeman, che all'età di 76 anni ha dovuto lasciare la panchina del Pescara per motivi di salute. 

La maggior parte dei suoi anni, Zeman li ha trascorsi in Italia, dove si stabilì già dal 1969, quando lasciò la sua patria della Repubblica Ceca, invasa in quel periodo dall'URSS.

Fondamentale fu la presenza in Sicilia di suo zio Cestmir (allenatore), che lo ospitò e gli permise di proseguire una vita tranquilla secondo le sue aspirazioni, che lo portarono ad ottenere la cittadinanza italiana nel 1975, a laurearsi all'ISEF e diventare professore di educazione fisica, con cattedra in un Liceo di Palermo.

Romantico amante dello sport in generale (pallanuoto oltre il calcio), fa i suoi esordi come allenatore tra la fine degli anni '70 ed i primi anni '80, quando diventò il tecnico della Primavera del Palermo, collezionando delle apparizioni in prima squadra. 

La sua prima impresa calcistica arriva nella stagione 1984/85, quando conduce il Licata alla sua prima storica promozione in serie C1, in seguito diventa allenatore del Parma in serie B, venendo esonerato ma con lo sfizio di battere il Real Madrid in amichevole; in seguito la buona stagione alla guida del Messina con un ottavo posto in B ed il miglior attacco, dove la punta di diamante era un certoTotò Schillaci.

 

Il roseo periodo di Foggia durò ben 5 stagioni, nelle quali Zeman fece innamorar di se la piazza pugliese, una promozione dalla B alla serie A, una qualificazione in coppa Uefa sfumata all'ultima giornata e tanti calciatori lanciati con la sua "Zemanlandia": dal portiere Mancini, al mediano Di Biagio, i vari Petrescu, Shalimov, Kolyvanov ed il trio delle meraviglie, composto da Rambaudi, Baiano e Signori.

Zeman dopo questo ciclo importante, venne nominato allenatore della Lazio, con la quale ottenne un ottimo secondo posto, confermando i grandi numeri in attacco con il suo pupillo Beppe Signori, capocannoniere della serie A.

Dopo altre due stagioni in biancoceleste, passa alla guida della Roma nel biennio 1997/98 e 1998/99, portando i giallorossi ad un quarto e quinto posto in serie A, lanciando con continuità Totti, che diventa capitano sotto la conduzione del boemo.

Il proseguo della carriera di Zeman, vede un decennio tra alti e bassi in Italia ed all'estero, nel quale non riesce a lasciare il segno, fino al 2011 quando viene chiamato dal Pescara in serie B, per rilanciare la formazione adriatica.

Il campionato va oltre ogni previsione, con numeri impressionanti ed un attacco ancora una volta micidiale con il suo modulo 4-3-3, nel quale si impone Ciro Immobile con 28 goal, aiutato dai compagni Insigne e Sansovini, ispirati a centrocampo dal genio di un giovane Verratti, lanciato titolare proprio da Zeman e che verrà acquistato in Francia dal PSG.

Il Pescara vince il campionato di B con il primo posto, davanti a corazzate come Toro e Sampdoria, per il tecnico boemo è la terza promozione ed arriva la chiamata della Roma ed il suo ritorno in giallorosso si concretizza nell'estate del 2012.

La seconda avventura romana non è felice e si concluderà con un esonero, quindi nel campionato 2014/2015 è il Cagliari a nominarlo nuovo allenatore, ma anche qui dopo un inizio promettente, la squadra si smarrisce e per il boemo arriva un altro esonero e così nella scorsa estate accetta la proposte del Lugano in Svizzera.

Successivamente un secondo campionato a Pescara dove subentra ad Oddo in serie A, quindi ancora Foggia e di nuovo Pescara, dove porta gli adriatici alla semifinale play-off nella scorsa stagione, persa solamente alla lotteria dei calci di rigore. 

Buona convalescenza mister!