I precedenti non sono incoraggianti. Con le spagnole pure. Il Napoli non elimina una squadra spagnola in un confronto diretto dal 1992. Allora fu il Valencia a pagare dazio coi partenopei. Poi Villareal, Bilbao, Real, Granada e Barcellona hanno significato a più riprese un tormento di tabù senza rivincita. La bandiera spagnola per gli azzurri è un tradimento continuo degli antichi ricordi del vice regno. Radici storiche importanti, ma che col calcio hanno continuato a esercitare la sudditanza del potere centrale.

L’ottavo di ritorno col Barcellona è di fatto uno spareggio da giocare in trasferta (al Maradona la gara di andata è terminata 1-1). Il Napoli si misurerà coi suoi fantasmi in terra straniera e ostile. La bandiera che ricorda molto da vicino quella della città di Napoli attende che l’azzurro s’infranga contro lo stendardo catalano più celebre al mondo. Il club che fu il transito del più grande ancora una volta ghignerà contro un Napoli che si porta dietro le fatiche di una stagione fino a questo momento difficile e in costante rincorsa. E stavolta il tentativo di recuperarsi è di quelli da grande impresa.

A Xavi mancano alcuni giocatori. Le assenze di Pedri e De Jong sono di certo significative, ma i blaugrana possono contare su un organico ampio e competitivo. Un apparente stato di sofferenza dei catalani è solo l’illusione pericolosa per un Napoli che dovrà andare in campo senza timori reverenziali e senza badare a trappole mentali fondate sulle mancanze altrui. La partita è di quelle dove lo stato nervoso richiama esperienza e sangue freddo. E il Barcellona è una delle vecchie volpi d’Europa. Con o senza tutti i suoi calciatori migliori.

Calzona ha chiarito che avere paura prima di una partita del genere significa non presentarsi proprio. E la paura è la prima cosa che questo Napoli ha bisogno di allontanare. Adesso e per un futuro che sotto molti punti di vista dipende da questo appuntamento ricco di effetti potenziali: sportivi ed economici. L’orizzonte blaugrana è l’ostacolo da superare per accedere ai quarti di Champions e per poi avere l’opportunità di accreditarsi per il mondiale per club. Superamenti clamorosi e rivalità sono legate a una qualificazione che oltre ad avere il profumo di impresa sportiva significherebbe molte altre cose. Alcune anche in grado di riprodurre soddisfazioni amaramente sopite in questa stagione post gloria.

In Spagna andranno in campo gli uomini che Calzona riterrà i più adatti. Molti sono prevedibili. Forse quasi tutti. Ma una sfida del genere può essere molto lunga. E, se lunga dovesse essere, sarà necessario che tutto il Napoli dovrà farsi trovare pronto. Come nei tempi migliori. Così vicini così lontani. E la distanza ideale potrebbe dipendere improvvisamente da quello che accadrà in una partita che al momento è la più importante di quest’annata.