Nonostante il periodo storico in cui viviamo ci restituisca quasi quotidianamente scene di un calcio in cui l'aspetto tattico e strategico ha ormai preso nettamente il sopravvento su quello puramente ludico, uno dei gesti tecnici più amati dalla maggior parte degli spettatori, interessati o meno, resta sempre il dribbling. Fra chi lo declassa a puro strumento per creare superiorità numerica (aspetto comunque fondamentale nel calcio moderno), e chi si lamenta del fatto che nelle scuole calcio non venga più stimolata la sfera del cervello legata alla fantasia, la diatriba sembra essere ancora piuttosto lontana dal concludersi. Disseminati fra i cinque maggiori campionati europei ci sono ancora un buon numero di giocatori che fanno del dribbling la loro arma principale: un confronto fra il numero di dribbling effettuati e quelli tentati (che si traduce sostanzialmente nel calcolo dei palloni persi a seguito di un dribbling fallito) potrebbe essere quindi interessante per capire quale delle due correnti di pensiero abbia, ad oggi, la maggior parte della ragione sull'argomento. 

In Premier League il re del dribbling è Eden Hazard, che guida la classifica con 37 dribbling riusciti. La sua percentuale di riuscita è del 56%, non altissima se confrontata con quelle di altri giocatori che troveremo più avanti in questo articolo, ma comunque sufficientemente alta da giustificare il ricorso al dribbling come mezzo per creare superiorità numerica con una certa continuità. Buon dribblatore è anche Wilfried Zaha, che ne ha completati sin'ora 34 con il 51% di riuscita (vale a dire una palla persa ogni due dribbling tentati). Sono però giocatori come Salah (30 dribbling, 67% riuscita), Sanè (26 dribbling, 65%) e soprattutto Willian (24 dribbling con un addirittura l'83% di riuscita) a rendere il dribbling un mezzo super-efficace per disordinare le difese avversarie, viste le elevate percentuali di successo che si traducono in poche palle perse e tante occasioni potenziali (e buone probabilità di bei voti al fantacalcio..)

In Liga non c'è nemmeno da chiedersi chi sia il giocatore che dribbla più di tutti: è Lionel Messi, che con 51 dribbling effettuati (69% di riuscita) è al secondo posto in Europa nel computo complessivo. Il primo giocatore delle big dietro Messi è il compagno di squadra Dembelè, che però si assesta su volumi completamente differenti, visti i 25 avversari saltati col 63% di successo. Correa fa compagnia a Dembelè con 25 dribbling ed il 71% di conversione, con Asensio, Lemar e Coutinho che hanno percentuali simili ma numeri complessivi via via più bassi. Appare quindi chiaro che i migliori dribblatori europei raggiungano vette intorno al 65% di efficienza (che vuol dire 2 dribbling riusciti su 3, con 1 palla persa), mentre la maggior parte dei giocatori si trovi in una zona grigia intorno al 50%.

In Serie A al primo posto della classifica dei dribblomani c'è Federico Chiesa, che è l'unico giocatore in Europa a trovarsi nelle prime 5 posizioni ad avere un tasso di conversione del gesto tecnico inferiore al 50%, fermandosi al 43%. Ciò vuol dire che il figlio d'arte ha perso più palloni dei 34 dribbling riusciti: un dato su cui vale la pena riflettere. Joao Cancelo fa ottima compagnia a Chiesa con 32 dribbling riusciti ed il 72% di conversione, mentre Ilicic e Suso sono piuttosto vicini come valori totali (26 a 24) e percentuale di successo (72% contro 75%). Piccola nota di merito anche ad Allan, che ha realizzato nettamente più dribbling di Mertens ed Insigne (sono 24 col 63% di riuscita, alla faccia del mediano di rottura).

Quattro o cinque dribbling piuttosto famosi di Messi.

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In Bundesliga la tendenza a dribblare è più contenuta rispetto agli altri campionati esteri, visto e considerato che il leader della graduatoria, Amin Harit, si ferma a 23 dribbling col 68% di riuscita. L'astro-nascente Jadon Sancho si colloca al secondo posto con 22 dribbling ed il 58% di efficienza (ed in questo dovrà migliorare, se vuole arrivare a livelli ancora più alti), mentre Ante Rebic occupa il terzo gradino del podio con solo un dribbling in meno (21) ma una percentuale decisamente migliore (68%). Il primo giocatore del Bayern in classifica è Thiago Alcantara, che merita una menzione con il suo 90% di successo nei dribbling tentati (ne ha messi a segno 19).

Infine, in Ligue 1 troviamo il giocatore europeo che sino a questo momento ha fatto girare di più la testa agli avversari: è Allan Saint-Maximin, attaccante del Nizza che ha messo assieme la bellezza di 62 dribbling col 58% di conversione (ciò vuol dire che ne ha tentati oltre 100, una vera e propria ossessione). Neymar si deve accontentare del secondo posto con 51 dribbling ed un'insolitamente bassa percentuale di  conversione (60% scarso, un po' poco per lui), in un campionato dove complessivamente si dribbla tanto e discretamente bene: tenetelo a mente la prossima volta che deciderete di schierare qualche difensore o attaccante che gioca in Francia. 

Il treno dell'Hype per questo ragazzo è già abbondantemente partito.

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Ogni fine settimana, i nostri fantallenatori sono chiamati a misurarsi con avversari più o meno forti (e fortunati..), con un unico obiettivo nella mente: la vittoria. Che sia la prima o l'ultima giornata, poco importa. La vittoria è il traguardo che tutti inseguono, anche quando il fantacalcio non è più solo nazionale.

Con l'introduzione delle Euroleghe, lo spettro delle variabili da prendere in considerazione per i fantallenatori è sicuramente più ampio e variegato rispetto a quello della sola Serie A, campionato che in molti conoscono come le proprie tasche.

Uno dei modi principali per mettere ordine in questo caos complessivo è quello di affidarsi ai numeri, spesso freddi e di difficile interpretazione, ma che costituiscono un punto di riferimento importante quando si parte per una nuova avventura. Ed è proprio in questo contesto che lo Stat Corner formato europeo può diventare una risorsa preziosa per tutti i fantallenatori attenti alle statistiche ed alla loro interpretazione.