Lunga intervista di Igli Tare ai microfoni di "Kicker". Ecco i passaggi principali.

Sul presente

"All'inizio era semplicemente per rilassarmi e passare molto tempo con la mia famiglia. Questo è stato importantissimo dopo il lungo ed estenuante periodo alla Lazio. La nostra vita rimane comunque a Roma, ma da qualche mese ho ricominciato a viaggiare molto e a guardare il calcio in tutta Europa. Naturalmente nei grandi campionati, ma anche in Grecia o Turchia. Presto andrò a trovare Pep Guardiola al Manchester City e Roberto de Zerbi a Brighton".

Sull'addio alla Lazio

"Non sono andato via dalla Lazio per problemi con Lotito. Avevo già annunciato internamente con più di una stagione di anticipo che non avrei più prolungato il mio contratto perché avevo bisogno di una pausa. Per me è stato estremamente importante lasciare la Lazio ai massimi livelli, come seconda classificata e partecipante alla Champions League. Quando ho iniziato, le cose erano completamente diverse. La Lazio resterà sempre una società speciale nella mia carriera. Amo il calcio, far crescere giocatori, squadre e club. Se il progetto è giusto, sono fortemente motivato a lavorare ovunque. Posso andare a lavorare in club che ha grandi ambizioni e vuole competere per dei posti in Europa, se possibile. Per me importante raggiungere questi obiettivi anche e soprattutto in ​​modo sostenibile ed economicamente valido".

Sul lavoro alla Lazio

"Acquistare giocatori a prezzi relativamente bassi per poi rivenderli dopo un po’ a prezzi decisamente più alti è stata la grande forza e la base del nostro continuo sviluppo alla Lazio nel corso degli anni. Durante la mia permanenza alla Lazio, 49 giocatori in totale hanno fatto il salto dalle giovanili alla prima squadra. Non tutti sono rimasti lì, alcuni di loro sono finiti in Serie B o C. Ma un buon lavoro nelle giovanili del proprio club ha un valore inestimabile dal punto di vista sportivo, economico e culturale. Lo stesso vale per gli allenatori".

Su Inzaghi e Klose

"Inzaghi è un modello. Simone ha trascorso 11 anni da calciatore alla Lazio, poi ha lavorato come allenatore nel settore giovanile per sette anni – e ad oggi è il più longevo allenatore della società in Serie A. Klose è stato uno dei giocatori più intelligenti che abbia mai visto in campo. Sicuramente da allenatore, o in qualsiasi altro ruolo, saprà trasmettere tanti valori ai giocatori di oggi".

Su Immobile

"Ciro è arrivato al Borussia Dortmund come capocannoniere della Serie A. Chiaramente il suo fallimento non era una questione sportiva, ma piuttosto mentale. È molto più facile per un giocatore tedesco adattarsi in Italia che per un giocatore italiano in Germania. La vita in Italia è più rilassata e il clima fa una grande differenza rispetto agli altri paesi. In più il calcio è molto importante. Lo stesso vale nel resto del mondo, ma in Italia il calcio è come una religione".