33 anni da poco compiuti, un recente passato in diverse big come Milan e Juventus, un passaggio in Nazionale e adesso, da qualche mese, a riposo. Dopo aver lasciato l'Orlando City, Antonio Nocerino è uno svincolato di lusso, che aspetta la giusta chiamata in estate.  

Per lui anche 6 mesi a Torino, tra il luglio e il dicembre 2014, in prestito. Poi, il 15 gennaio 2015, dopo sole 5 presenza in campionato, i granata di Ventura decidono di terminare il prestito e il Noce viene girato al Parma fino a fine stagione. Colpa, soprattutto, dell'allenatore, sostiene il centrocampista napoletano, in una intervista a Toronews. Queste alcune delle sue dichiarazioni.

L'ESPERIENZA GRANATA - "Ho vissuto a Torino tanti anni, mia moglie, conosciuta quando ero alla Juve, è del Toro e io al Toro pensavo di chiudere la mia carriera. Invece fu breve e complicato. Lei ci rimase male da tifosa, ma sa come sono fatto io per cui mi disse: “Sei uno che non ha mai rotto le scatole a nessuno, se decidi di cambiare squadra ti capisco, perché se uno ti tratta in questo modo, è giusto reagire e andarsene”. All’inizio la società voleva farmi un contratto di tre anni, io volevo prima capire se mi sarei trovato bene e se mi sarei meritato la conferma, per cui firmai per un solo anno. Sarebbe stato semplice prendermi il contratto lungo, ma sono fatto così, mi voglio sudare le cose, mi sono sempre messo in discussione. È il mio modo di essere che mi ha portato a fare certe scelte". 

IL RAPPORTO CON VENTURA - "Al Toro sono venuto perché mi ha voluto Ventura e la prima cosa che gli dissi era che per me veniva prima l’aspetto umano rispetto a quello economico. E lui, invece, mi prese in giro. Il primo giorno di ritiro parlai con Ventura e subito ebbi una strana sensazione, perché mi disse alcune cose che mi sorpresero. Mi aveva chiamato lui, mi aveva convinto e poi mi sento dire certe cose. Nella vita mi sono sempre guadagnato tutto, perciò se tu prima dici determinate cose e poi ne fai altre, io mi sento preso per il culo. Non è un discorso di presenze, non è nemmeno una richiesta di meritocrazia, perché io non scarico tutte le colpe, mi assumo le mie responsabilità. Ho avuto dei problemi fisici e non ho potuto dimostrare quanto valevo in campo. Però, dopo l’infortunio, chiesi all’allenatore: “Mister, come posso aiutare la squadra? Come posso accelerare il recupero?”. “Vai a giocare con la Primavera”, rispose lui. In tanti anni di carriera non ero mai andato con la Primavera, ma va bene, nessun problema, andiamo. Dopo qualche settimana, però, Ventura mi rinfacciò questa decisione. Una scelta che era partita da lui.Non ho mai avuto un chiarimento con il tecnico, né mi interessa averlo".

FUTURO - "Ora sono senza squadra, vivo a Orlando da svincolato e aspetto. Non scelgo la prima cosa che capita, a gennaio scorsi ebbi un contatto con il Genoa e poi tante parole con altre società. Ma non mi va di andare in un posto tanto per fare e non cerco un contratto a tutti i costi".