Il 21 settembre si è riunito il Consiglio d’Amministrazione (CdA) della Juventus per approvare il bilancio societario della stagione 2015/16. Il bilancio annuale è senza dubbio il documento finanziario più interessante dal nostro punto di vista per capire di quanto le stime ipotizzate nei precedenti articoli sull’argomento si siano avvicinate ai dati reali, quali sono gli eventi che hanno causato eventuali variazioni e quali sono le prospettive future della società. Ci fornisce quindi, attraverso dati “veri” e completi, l’opportunità non solo di analizzare il reale andamento del bilancio 2015/16, ma anche di affinare in maniera importante le stime sul bilancio 2016/17.

Partiamo dal bilancio ufficiale 2015/16, analizzando nel conto economico della società le differenze fra i dati reali e quelli stimati, in modo da capirne le motivazioni e trarre le opportune conclusioni riprendendo quanto scritto all’indomani del CdA QUI.

BILANCIO UFFICIALE 2015/16

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Riprendiamo la tabella già vista il 21 settembre per andare a motivare - dati ufficiali alla mano - gli scostamenti più significativi rispetto alle ultime stime del 10 agosto, ovvero quelli superiori al milione.

Diritti tv: variazione rispetto alla stima di 2,8 milioni a causa di maggiori introiti dai diritti tv nazionali (+4,0 e maggiormente in linea rispetto alle previsioni fatte nei mesi precedenti, che sembravano essere state smentite dalle proiezioni degli organi di informazione e che avevo quindi ridotto nell’articolo del 10 agosto), minori introiti dalla Champions League (-3 milioni, con il dato finale di 75,6 milioni incassati contro gli 88,6 dell’anno precedente) e di un calcolo non troppo accurato della voce relativa ai “proventi da produzione e accesso al segnale diritti media” (+1,8 milioni).

Proventi gestione calciatori: variazione rispetto alla stima di +4 milioni a causa della scelta, in questa sessione di mercato divenuta costante, di inserire nel bilancio dell’anno in corso i “riscatti da prestito” avvenuti al termine della stagione, ma nel mese di giugno. Per il 2015/16 in particolare troviamo a bilancio le cessioni di Appelt Pires (+0,6), Buchel (+1,1), Fiorillo (+1,0) e altri giocatori minori (+0,5). Inoltre sono stati computati maggiori introiti rispetto al previsto per i bonus e i premi di rendimento legati alle cessioni e ai prestiti di Vidal, Diagne, Magnusson e Thiam.

Altri ricavi: variazione rispetto alla stima di -4 milioni in particolare per minori proventi da iniziative commerciali (-1,5 milioni, ma comunque di 0,2 milioni rispetto al dato del 2014/15) e minori contributi da parte della Lega di Serie A (-1,8 milioni) più variazioni minori nelle voci.

Personale tesserato: variazione rispetto alla stima che indica un risparmio di 5,1 milioni principalmente per una diminuzione dei premi variabili di 3,8 milioni (scesi dai 24,9 dell’anno scorso più del previsto ai 20,2 di quest’anno, con i 4,7 milioni di differenza che possiamo quindi considerare il “prezzo da pagare” ai giocatori per arrivare alla finale di Champions League e non fermarsi agli ottavi, come accaduto nel 2015/16), minori retribuzioni fisse (-1,8 milioni, ma pur sempre 20,3 milioni in più rispetto al 2014/15) e minori incentivi all’esodo (-0,9), voci parzialmente compensate da altre voci in particolare quella segnalata genericamente come “altri oneri” (+1,1).

Altro personale: variazione rispetto alla stima di -1 milione a causa dell’aumento degli “altri oneri” (+2 milioni) dovuto a un piano d’incentivazione monetaria a lungo termine dedicata a dirigenti e altre figure di livello medio-alto all’interno del club che prevede dei bonus negli stipendi in relazione ai risultati raggiunti nel proprio lavoro. Per quanto riguarda gli alti dirigenti questi incentivi hanno portato a un aumento di 1,9 milioni nella voce “Servizi Esterni”, mentre per l’altro personale coinvolto come detto è aumentata di 2 milioni la voce “altri oneri”. Rimanendo in argomento “Servizi Esterni”, rispetto alla stagione precedente sono aumentati di 0,7 milioni le voci “canoni e affitti”, “assicurazioni” e “spese legali e notarili” e sono diminuite di 0,8 milioni le “spese di trasporto, soggiorno e ristorazione” (per il minor numero di partite giocate) e di 0,3 milioni le “consulenze”.

Oneri calciatori: variazione rispetto alla stima di -1,9 milioni a causa del bonus da 2 milioni da pagare al Manchester City nell’ambito dell’affare Tevez, indipendentemente dalla permanenza dell’argentino in bianconero, per la conquista di scudetto e posto in Champions League fino alla stagione 2015/16 compresa.

Ammortamenti calciatori: pur essendo una variazione inferiore al milione (-0,9), ritengo opportuno segnalarla perché comprende per 0,6 milioni la voce “svalutazioni”, resasi necessaria a posteriori per evitare di registrare a bilancio delle plusvalenze relativamente alle cessioni di Padoin e Pereyra. Per quest’ultimo, per il quale senza questa mossa si sarebbe registrata una minusvalenza di 0,5 milioni nel bilancio 2016/17, va però ricordato che rimane in ballo la possibilità per la Juventus di incassare ulteriori 2 milioni di bonus dal Watford nel corso della sua permanenza in Inghilterra.

Accantonamenti: variazione rispetto alla stima di -1,8 milioni per la scelta della Juventus di accantonare nel bilancio 2015/16 l’intera cifra da pagare alla Nike (1,9 milioni) se all’interno del procedimento giudiziario in corso fra le parti dovesse essere confermata la condanna ai danni della società.

Imposte differite e anticipate: variazione rispetto alla stima di 2 milioni a causa di politiche fiscali differenti da parte della società in questa stagione rispetto alle scorse.

Tutte le altre previsioni di inizio settembre si erano rivelate azzeccate, considerando tali quelle che si discostano dal valore reale di meno di un milione.

Prima di concludere questa prima parte va segnalato che sono stati riconteggiate tre voci del bilancio 2014/15 per renderle omogenee e confrontabili con il bilancio 2015/16. Si tratta di “diritti tv”, “ricavi pubblicità” e “altri ricavi”. In particolar modo l’impatto maggiore è dovuto allo spostamento delle “sopravvenienze attive” relative agli incassi della Champions League 2014/15 dalla voce “altri ricavi” alla voce “diritti tv”.

Come detto nello scorso aggiornamento il risultato finale del periodo risulta essere in attivo di 4,1 milioni e tutti i parametri relativi al Fair Play Finanziario sono ampiamente rispettati.

In particolare, visto che a volte si levano sul punto voci discordanti e maliziose, vale la pena sottolineare che l’Indebitamento Finanziario Netto della società, pari a 199,4 milioni, e il totale dei debiti (pari a 510,5 milioni), sono ampiamente all’interno dei margini di sicurezza dati dai ricavi annuali e non rappresentano in questo momento un motivo di preoccupazione. In particolare l’Indebitamento Finanziario Netto è di molto inferiore ai 349,4 milioni dei “ricavi escluse plusvalenze” che rappresentano la soglia di rischio per il Fair Play Finanziario Uefa, tanto che nel bilancio 2016/17 la società prevede un ulteriore aumento dell’Indebitamento Finanziario Netto a seguito della campagna acquisti senza ravvisare problemi di sorta (va ricordato che solo due anni fa questo valore era di 206 milioni a fronte di “ricavi escluse plusvalenze” di appena 279,3 milioni…). Mentre per quanto riguarda i debiti totali (dati dal “totale passivo” meno le voci “patrimonio netto”, “fondi per benefici dipendenti”, “imposte dirette passive” e “fondi per rischi e oneri”) sono in linea con le richieste del Fair Play Finanziario FIGC relativamente all’”Indicatore di Indebitamento”, che indica per la stagione 2016/17 un valore di 2 come soglia massima del rapporto fra Debiti e “Valore della Produzione Medio degli ultimi 3 anni”. Questo valore per la Juventus è alla fine del 2015/16 di 1,46, in regola anche con le richieste della FIGC più restrittive nelle prossime stagioni fino ad arrivare alla soglia massima di 1,5 nel 2018/19.

STIMA DI BILANCIO 2016/17 – IPOTESI MENO FAVOREVOLE

Passiamo ora ad analizzare le variazioni, rispetto alle precedenti stime sul bilancio 2016/17. Trovate maggiori informazioni su come sono costruite queste stime negli articoli precedenti sull’argomento (recuperabili tutti, in ordine di tempo decrescente, QUI ), mi limito qui a ricordare che i numeri in tabella rappresentano lo scenario che prevede la vittoria dello scudetto e l’uscita dalla Champions League senza fare più un punto nella fase a gironi con il contemporaneo raggiungimento della finale da parte del Napoli. Questo perché è l’ipotesi meno favorevole per il bilancio 2016/17: vincere il campionato comporta un aumento delle spese a causa dei bonus premio da elargire ai giocatori, mentre uscire dalla Champions League senza fare più un punto vuol dire non incassare più soldi per la voce “Diritti TV” rispetto a quelli già sicuri, e già inseriti in tabella, e giocare meno partite in Europa con conseguenti minori incassi da stadio. Per ogni voce verrà data opportuna spiegazione delle variazioni rispetto alle ipotesi fatte il 10 agosto 2016.

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Ricavi da gare: variazione (+1,9 milioni) dovuta a un aumento della stima relativa agli incassi delle partite casalinghe di campionato dati i primi tre incassi stagionali (+2,1 milioni) parzialmente compensata da un minor introito rispetto al previsto per Juventus-Siviglia di Champions League (-0,2 milioni).

Diritti TV: variazione (+11,7 milioni) dovuta a un ricalcolo di questa voce tenendo come base il dato ufficiale 2015/16, che comporta un aumento di 7 milioni dei ricavi previsti da diritti tv italiani e produzione e accesso al segnale dei diritti media, un aumento di 5,6 milioni del Market Pool Uefa a causa dell’eliminazione della Roma dalla Champions League parzialmente compensato da una diminuzione di 2,9 milioni dei ricavi di base previsti per il Market Pool Uefa, e 2 milioni di premi per il pareggio e la vittoria ottenuti nelle prime due partite di Champions League.

Ricavi pubblicità: variazione (+0,3 milioni) dovuta a un ricalcolo di questa voce tenendo come base il dato ufficiale 2015/16.

Ricavi vendita prodotti e licenze: variazione (+0,8 milioni) dovuta a un ricalcolo di questa voce tenendo come base il dato ufficiale 2015/16.

Proventi gestione calciatori: In aumento (+27,8 milioni) a causa dell’inserimento dell’intera plusvalenza legata alla cessione di Pogba (96,5 milioni contro i 72,5 milioni dichiarati dell’impatto economico della cessione poiché i costi dovuti alla mediazione di Mino Raiola sono stati inseriti nella voce “oneri calciatori”), del prestito di Zaza (+5 milioni) e di un ricalcolo delle plusvalenze relative agli altri giocatori ceduti nel corso della campagna trasferimenti estiva (-1,2 milioni).

Altri ricavi: variazione (-3 milioni) dovuta a un ricalcolo di questa voce tenendo come base il dato ufficiale 2015/16.

Acquisti materiali: variazione (+0,6 milioni) dovuta a un ricalcolo di questa voce tenendo come base il dato ufficiale 2015/16.

Servizi esterni: variazione (-0,2 milioni) dovuta a un ricalcolo di questa voce tenendo come base il dato ufficiale 2015/16.

Personale tesserato: diminuzione dei costi (+6,3 milioni) dovuta a un ricalcolo di questa voce tenendo come base il dato ufficiale 2015/16 (+5,1 milioni), inserendo le variazioni intervenute con l’ultima parte della Campagna Trasferimenti (Cuadrado -5,6, Rogerio -0,5, Isla +0,3, Marrone +0,4, Thiam +0,5, Bouy +0,5, Pereyra +2,3, Zaza +3,4). Per quanto riguarda Isla è computato un risparmio minimo valutando anche l’incentivo all’esodo dato dalla Juventus per compensare il minore stipendio che il giocatore incasserà al Cagliari. Per quanto riguarda questa stima sarà molto importante il dato della prima trimestrale quando dovrebbe essere possibile valutare nel merito le spese sostenute come “incentivi all’esodo” o come “contributi sul pagamento di giocatori trasferiti in prestito”, potendo quindi ottimizzare le stime rispetto alle semplici indiscrezioni giornalistiche.

Altro personale: aumento dei costi (-1,0 milioni) dovuto a un ricalcolo di questa voce tenendo come base il dato ufficiale 2015/16.

Oneri calciatori: aumento dei costi (-29,1 milioni) per gli oneri da riconoscere a Raiola nell’ambito della cessione di Pogba (-24 milioni), per il prestito di Cuadrado (-5 milioni) e per maggiori compensi residui da riconoscere agli agenti FIFA per i giocatori sotto contratto fin dalla scorsa stagione (-0,1). Questo valore potrebbe essere sottostimato, perché nel bilancio annuale la Juventus non ha fatto cenno a eventuali compensi da riconoscere ad agenti FIFA per le operazioni di mercato chiuse nell’ultima sessione della campagna trasferimenti oltre a quelli inseriti negli ammortamenti. Su questo punto potremmo avere dati più precisi nelle prossime trimestrali. Per il momento mi limito a segnalare i compensi da riconoscere agli agenti FIFA dei giocatori che erano già sotto contratto: Khedira (1,3 milioni), Lichtsteiner (1), Alex Sandro (1), Evra (0,5), Dybala (0,4), Hernanes (0,4), Chiellini (0,3), Zaza (0,2), Lemina (0,15), Mandragora (0,06). Oltre a questi valori e al costo dei prestiti, ho qui inserito per il momento il costo delle tre opzioni per i giovani del Boca Juniors Bentancur, Cubas e Cristaldo per un totale di 3 milioni non inseriti nel bilancio 2015/16. E’ probabile che se uno o più di questi verrà acquistato (per Bentancur le trattative sono in fase avanzata), il costo dell’opzione andrà tolto da questa voce e sarà compreso nell’ammortamento totale del calciatore.

Altri oneri: variazione (+0,1 milioni) dovuta a un ricalcolo di questa voce tenendo come base il dato ufficiale 2015/16.

Ammortamenti calciatori: diminuzione dei costi (+3,8 milioni) dovuti alle cessioni di Isla (+3,3) e Pereyra (+2,8), all’acquisto di Rogerio (-0,4) e a un ricalcolo di questa voce utilizzando i dati reali che ha comportato variazioni sugli ammortamenti residui dei seguenti calciatori (in positivo il risparmio, in negativo il maggiore costo): Higuain (+0,1), Mandzukic (-0,1), Dani Alves (-0,1), giocatori in prestito o nelle giovanili (-0,2), Sturaro (-0,6) e Pjaca (-1,1). Dal bilancio si nota infatti che l’ammortamento totale di Sturaro è cresciuto in un anno di 2,5 milioni a causa dei bonus previsti al momento del suo acquisto, quello di Dani Alves è di 119 mila euro nonostante sia arrivato a parametro zero e Pjaca risulta pagato in totale 28,6 milioni e non 23 a causa del compenso da dare al suo agente per il trasferimento.

Proventi finanziari: variazione (+0,1 milioni) dovuta a un ricalcolo di questa voce tenendo come base il dato ufficiale 2015/16.

Oneri finanziari: variazione (-0,3 milioni) dovuta a un ricalcolo di questa voce tenendo come base il dato ufficiale 2015/16.

Quota Joint Venture: variazione (-0,6 milioni) dovuta a un ricalcolo di questa voce tenendo come base il dato ufficiale 2015/16.

Imposte correnti: variazione (+0,2 milioni) a seguito delle variazioni nella altre voci di bilancio.

Imposte differite e anticipate: variazione (+2 milioni) dovuta a un ricalcolo di questa voce tenendo come base il dato ufficiale 2015/16.

Queste variazioni nelle stime portano a un miglioramento di 20,9 milioni della stima di bilancio precedente, calcolata nella peggiore delle ipotesi come descritte in precedenza, che passa da -36 a -15,1 milioni. Nel documento ufficiale relativo al bilancio la società ipotizza un bilancio in attivo per il 2016/17 perché, come vedremo nell’ultima parte di questo articolo, c’è la fondata speranza di incassare nel corso della stagione una cifra nettamente superiore rispetto ai 15,1 della perdita attuale tramite i risultati in Champions League ed eventualmente le cessioni di due giocatori non in rosa (Coman e Zaza).

Come si può notare possiamo aspettarci fin da ora un record assoluto per i ricavi già arrivati alla cifra di 442 milioni (sfruttando i 123 milioni dei “proventi gestione calciatori”), più del doppio rispetto all’anno del primo scudetto del quinquennio, e che in caso di stagione particolarmente buona potrebbero addirittura sfondare il muro dei 500 milioni. D’altro canto aumenteranno notevolmente rispetto all’anno scorso anche i costi, in particolare di 20 milioni il costo del personale tesserato, di 17 milioni gli ammortamenti (la “potenza di fuoco” salirà quindi sopra i 300 milioni complessivi fra stipendi e ammortamenti contro i 265 dell’anno scorso, i 235 di due anni fa, i 219 del 2013/14 e i famosi 200 milioni del 2012/13 che sembravano dover essere un limite difficilmente valicabile nei discorsi di appena quattro anni fa) e di 31 milioni gli “oneri calciatori” sui quali peseranno i 24 milioni da destinare a Raiola per la conclusione dell’affare Pogba, oltre agli 8 milioni di prestito complessivo per il duo Cuadrado-Benatia.

Per quanto riguarda i vincoli del Fair Play Finanziario, confermate le ipotesi di Solidità aziendale e Assenza di debiti scaduti, la situazione per le altre quattro richieste è al momento la seguente:

Patrimonio Netto Non Negativo: grazie alla gestione economica degli ultimi anni la Juventus chiuderebbe la stagione con un patrimonio netto non negativo, anzi in attivo di 38 milioni, anche in questa ipotesi peggiorativa. Il parametro sarà quindi sicuramente rispettato.

Break-Even: il “pareggio” di bilancio, che per il triennio 2014/17 richiede un passivo massimo di 30 milioni, sarebbe già rispettato con un attivo triennale valido ai fini del FPF di 52,7 milioni, che potrebbe essere anche superiore per via di una mia stima prudenziale dei costi virtuosi per il settore giovanile.

Indebitamento Finanziario Netto minore dei Ricavi al netto delle plusvalenze: l’Indebitamento Finanziario Netto non supererà i ricavi al netto delle plusvalenze che nell’ipotesi peggiore sarebbero di 326,6 milioni. Al 30 giugno 2016 l’Indebitamento Finanziario Netto è ampiamente all’interno dei margini, essendo come abbiamo visto di 199,4 milioni. Data la dispendiosa campagna acquisti, nonostante il grande incasso dato dalla cessione di Pogba nel bilancio si ammette già che nel corso di questa stagione questo valore crescerà ma di sicuro rimarrà ben lontano dal limite massimo complessivo.

Costo del Personale minore del 70% dei Ricavi al netto delle plusvalenze: considerando le stime fatte, il rapporto oggi è superiore alla soglia del 70% assestandosi al 74%. Ricordo però che non sottostare a questo vincolo non è condizione sufficiente per far scattare le sanzioni Uefa, essendo questo un valore che indica più un obiettivo tendenziale da perseguire per tutte le squadre che un limite da non valicare vero e proprio (a differenza di quanto capita con il vincolo relativo al break-even). In ogni caso aumentando i ricavi tramite il cammino in Champions League la percentuale è destinata a diminuire: attualmente la percentuale tornerebbe sotto il 70% se i ricavi aumentassero di 18,8 milioni, cifra facilmente raggiungibile in caso di qualificazione ai quarti di finale e avvicinabile sensibilmente in caso di approdo agli ottavi (in questo caso sarebbe superabile solo con la contemporanea eliminazione ai gironi del Napoli, attualmente molto improbabile).

Per quanto riguarda il Financial Fair Play italiano il rapporto fra attività e passività correnti con il quale è stato chiuso il bilancio 2015/16, pari allo 0,5, sarebbe sufficiente per rispettare le richieste della Lega per la stagione 2016/17 e anche per quella 2017/18. Anche per gli altri due indicatori, meno importanti rispetto al primo rapporto ma utili nel caso per diminuire le “sanzioni”, le cifre sorridono ai bianconeri. L’Indicatore di Indebitamento, a parità di debiti rispetto al 30 giugno 2016 e considerando il valore medio della produzione nel triennio 2014/17, scenderebbe dall’1,46 di quest’anno all’1,3, ampiamente sotto la soglia del 2 valida per il 2016/17 ma anche sotto quella dell’1,5 valida dal 2018/19 in poi. L’Indice del Costo del Lavoro allargato nonostante l’aumento dei costi del personale e degli ammortamenti e grazie alla crescita dei ricavi medi risulterebbe di 0,83 inferiore alla soglia di 0,9 richiesta per il 2016/17 e anche a quella di 0,85 che sarà valida nel 2017/18.

POSSIBILE EVOLUZIONE DELLA STAGIONE

A livello economico la stagione 2016/17 grazie alla plusvalenza Pogba lascia zero preoccupazioni alla dirigenza, che al contrario dovrà invece utilizzare questi mesi per valutare con estrema attenzione cosa accadrà nel bilancio 2017/18, quando le plusvalenze non ci saranno più (e fortunatamente nemmeno i 24 milioni da dare a Raiola). Prima di dare un primo sguardo al prossimo futuro vale però la pena ribadire che per la Juventus non sarà assolutamente un problema a livello economico cercare a gennaio quel giocatore di centrocampo che non è arrivato al termine del mercato estivo per problemi che con i soldi hanno poco a che fare. La mia opinione personale è che molti dei nomi fatti circolare in queste settimane siano boutade al limite dell’impossibile, non fosse altro che quasi tutti i giocatori tirati in ballo hanno già esordito in Champions League e difficilmente la Juventus spenderà dei soldi a gennaio per un giocatore non utilizzabile in Europa. Resta quindi come grande favorito all’arrivo il belga Witsel, che essendo in scadenza di contratto con lo Zenit San Pietroburgo potrebbe forse essere acquistato a un prezzo di favore se la dirigenza russa si dimostrerà meno scontrosa di quanto è stata ad agosto. Inoltre va ricordato che il peso di stipendio e ammortamento di qualsiasi giocatore acquistato a gennaio peserà solo per metà stagione e quindi avrà un impatto meno pesante rispetto agli acquisti estivi sui conti societari. L’eventuale arrivo di Witsel rimpolperebbe un reparto che soprattutto in inverno potrebbe avere qualche difficoltà di troppo con Asamoah e Lemina probabilmente impegnati in Coppa d’Africa. Rimarrà poi da capire se ci saranno giocatori che insisteranno così tanto per andare via da essere accontentati, come potrebbe accadere con Lichtsteiner. Nel caso in cui lo svizzero dovesse partire non sono esclusi nuovi assalti a De Sciglio o Darmian, entrambi eleggibili in Champions League e capaci di giocare terzini in una eventuale difesa a quattro, ruolo un po’ ostico (anche se non inedito) per Cuadrado. Nonostante le voci di persistenti mal di pancia tenderei invece ad escludere un addio di Mandzukic già nel mercato invernale.

Dal punto di vista economico le prospettive di aumentare i ricavi nel corso della stagione per la Juventus sono ampie. In caso di qualificazione agli ottavi di Champions League la Juventus potrà contare su maggiori introiti che vanno da un minimo di 12,3 milioni (6 per la qualificazione, 2 stimati per l’incasso della partita interna degli ottavi, 1 per i due pareggi che potrebbero rendere possibile la qualificazione anche con solo 6 punti in caso di risultati favorevoli dagli altri campi e 3,3 di market pool in caso di passaggio del turno anche del Napoli) a un massimo di 27 milioni (6 per la qualificazione, 2 stimati per l’incasso della partita interna degli ottavi, 6 vincendo tutte le restanti partite del girone e 13 di market pool in caso di eliminazione del Napoli), migliorando ulteriormente la situazione economica del 2016/17 prima dell’apertura del mercato invernale. In caso di vittoria della competizione e pessimo cammino del Napoli si potrebbe arrivare a un aumento degli introiti massimo rispetto alla stima attuale di addirittura 65,8 milioni.

Altre opportunità di ricavo sono rappresentate dalla Coppa Italia (in caso di vittoria circa 5,1 milioni fra incassi e premi) e dalle eventuali cessioni di Coman e Zaza sulle quali è necessario aprire un’importante parentesi. In estate negli articoli relativi al calciomercato avevo espresso le mie perplessità sulla notizia, data da molti come certa, del riscatto anticipato di Coman da parte del Bayern Monaco. Non tanto perché questo non fosse possibile, ma perché una società quotata in borsa come la Juventus difficilmente chiuderebbe una cessione di un giocatore per 21 milioni di euro senza emettere un comunicato ufficiale. Il bilancio ha confermato che al momento non c’è stata alcuna cessione ufficiale del francese e, anzi, nelle ultime ore si è addirittura sparsa la voce che i tedeschi non sarebbero più convinti di riscattarlo dopo qualche partita giocata male dopo il rientro da un infortunio… francamente mi sembra uno scenario poco credibile, anche perché pur fosse vero che la dirigenza del Bayern si fosse convinta che non potrà mai essere un titolare fisso, il prezzo non è proibitivo per le casse dei campioni di Germania e l’investimento potrebbe rappresentare un’opportunità importante anche a livello economico in caso di futura rivendita. Per questo motivo, così come credevo poco alle voci su Coman già venduto “di nascosto”, non credo più di tanto a quelle di “riscatto sul punto di saltare”. Il Bayern Monaco ha tempo fino al 30 aprile per esercitare o meno il diritto di riscatto e difficilmente prenderà una decisione definitiva e irrevocabile molto prima di quella data. Nel frattempo a naso l’ipotesi più probabile sembrerebbe proprio quella del riscatto, che porterebbe nelle casse bianconere una plusvalenza di 20,2 milioni e un risparmio di 0,4 sugli ammortamenti. Se per la seconda cifra l’effetto si vedrà integralmente sul bilancio 2017/18, la prassi ormai consolidata lascerebbe pensare che i venti milioni abbondanti di plusvalenza verrebbero nel caso già considerati sul bilancio 2016/17, concorrendo ad aumentare ulteriormente i ricavi. Discorso molto simile si può fare per Zaza. L’attaccante italiano ha già collezionato cinque presenze di almeno un tempo con il West Ham (4 in Premier League e 1 in Coppa di Lega) e cinque ancora ne deve fare per far scattare l’obbligo di riscatto per 20 milioni (che comporterebbero una plusvalenza di 9,5 milioni e un risparmio di 3,5 milioni sul monte ammortamenti). Per quanto parte di tifosi e stampa viste le sue pessime prestazioni spingano per metterlo fuori rosa e rispedirlo alla Juventus, per il momento la situazione è ancora in piena evoluzione e basterebbe qualche partita giocata bene per far cambiare idea agli scettici e non mettere cattivi pensieri nella mente dei dirigenti inglesi. Sia per Zaza che per Coman la Juventus avrebbe inoltre la chance di decidere, regolamenti alla mano, di posticipare l’inserimento a bilancio delle eventuali plusvalenze alla stagione 2017/18, in caso di attivo già raggiunto per il 2016/17 e necessità di dare ossigeno sul fronte ricavi al bilancio 2017/18 che invece difficilmente potrà essere chiuso non in perdita a meno di altre cessioni clamorose o eccezionali risultati europei.

Questa annotazione serve per introdurre l’ultimo argomento di questo lungo aggiornamento, quello che riguarda le prospettive del bilancio 2017/18 che sarà “orfano” di 123 milioni di “proventi gestioni calciatori” parzialmente compensati da una trentina di milioni di minori “oneri calciatori” fra i costi dovuti a Raiola, il prestito di Benatia, la seconda rata del prestito di Vadalà (già rispedito in Sudamerica) e i diritti di opzione dei tre argentini. Se consideriamo per semplicità in circa 90 milioni il peggioramento dei conti nel 2017/18 rispetto al 2016/17 ipotizzando stabili tutte le altre voci, ciò vorrebbe dire che il 6 ottobre 2017 ci potremmo trovare qui a parlare di un passivo di bilancio provvisorio per il 2017/18 di 105 milioni. Oggettivamente troppo visto e considerato che nella peggiore delle ipotesi si dovrà fare di tutto per evitare fra oggi e il 30 giugno 2018 di erodere completamente il patrimonio netto residuo, che al 30 giugno 2016 è di 53,4 milioni (per le stagioni successive inutile fare conti ora, troppe variabili in gioco fra le quali gli eventuali incassi previsti dalla "nuova" Champions League). Sommando a quei 105 milioni i 15 del passivo previsto attualmente per il 2016/17 si arriva a una cifra nettamente superiore a 53,4, ovvero 120 milioni. Ma è anche vero che come detto la Juventus ha già dei colpi in canna importanti per recuperare i 66,6 milioni mancanti (120 meno 53,4) senza andare a toccare la rosa della squadra: i dati esposti poco fa indicano in un totale di 33,6 milioni la cifra incassabile dagli eventuali riscatti di Zaza e Coman, ai quali sommare i maggiori introiti di quest’anno che riuscirà a portare a casa andando avanti nelle varie competizioni e quelli auspicabili da conquistare da ottobre 2017 in poi nella Champions League 2017/18. A oggi come potete vedere le variabili sono ancora tante per dire se fra un anno la Juventus sarà costretta a fare un mercato alla ricerca di una o più plusvalenze necessarie a finanziare la campagna acquisti oppure avrà le mani un po’ più libere per rinforzare ulteriormente la squadra. Quel che si può dire già oggi è che i soldi investiti per rinforzare la rosa in questa stagione sono stati molti, tanto che il valore economico della squadra è cresciuto in maniera rilevante rispetto all’anno scorso (la “potenza di fuoco” sta lì a confermarlo). Sarà compito di allenatore e squadra dimostrare che questi soldi sono stati spesi bene creando un ritorno economico importante per questi investimenti andando più avanti possibile in Champions League, un obiettivo che proprio per queste ovvie annotazioni economiche nel recente passato non è mai stato così centrale come quest’anno per la dirigenza (che non a caso lo ha trasformato nelle dichiarazioni da “sogno” a “obiettivo” reale, pur con tutti gli ovvi distinguo sul fatto che la Champions la vince una squadra sola, le pretendenti agguerrite sono tante e gli episodi saranno decisivi...).

Il prossimo appuntamento con le stime e le previsioni sul bilancio della Juventus potrebbe essere previsto attorno al 10 novembre, giorno della presentazione in CdA della prima trimestrale 2016/17. Il condizionale è imprescindibile perché il nuovo quadro normativo relativo all’obbligo informativo delle società quotate in borsa non prevede più l’obbligo di presentazione dei risultati delle due trimestrali del 30 settembre e del 30 marzo e la Juventus sul sito ufficiale ha già specificato che si riserva di valutare le politiche di comunicazione finanziaria che riterrà più opportune.