Igor, difensore della Fiorentina, ha parlato del suo momento positivo in campionato nel corso di un'intervista concessa al Corriere dello Sport. Queste le parole del difensore brasiliano.
Intervista a Igor sul momento
Cosa è cambiato?
«Probabilmente la tendenza ad avere... la testa giusta. Quando non si gioca è normale non riuscire a fare quello che si vorrebbe. Non mi sono distratto, ho pensato solo a lavorare».
In Austria la chiamavano “the brasilian beast”, la “bestia brasiliana”: oggi è direttamente “the wall”, il muro?
«Sì, è vero, i tifosi mi avevano soprannominato così. Se oggi mi considerano un “muro” significa che sto facendo bene, che la mia attenzione nel cercare il bene della squadra viene percepita anche all’esterno».Igor sul momento della Fiorentina
Obiettivo Europa?
«Ci mancano dieci partite (compresa la semifinale di ritorno di Coppa Italia, ndc): dovremo vincere, prendere ogni volta i tre punti. Perché gli avversari che ci precedono possono “scivolare” e noi dovremo essere scaltri quanto serve per approfittarne al momento giusto. È questa la ricetta per costruire un sogno».
Quanto sta facendo è ancora poco per convincere il ct Tite?
«La Seleçao è un sogno, ma so che la concorrenza è fortissima. In Brasile ci sono tanti difensori forti. Avrei forse meritato un’occasione, ma non dipende soltanto da me».
Qual è il suo sogno?
«Giocare la Champions League. L’ho sempre immaginato, fin da bambino. Vorrei riuscirci per me, per la mia famiglia, per la gente di Bom Sucesso, la mia città. Sarebbe qualcosa di… un altro mondo».Igor su Italiano
Italiano?
«A noi difensori chiede soprattutto di rischiare, di recuperare il pallone, di pressare l’avversario che ti trovi di fronte. Per attaccare bene si deve cominciare da dietro, dobbiamo essere noi i primi a farlo, costruendo la manovra dal basso. Abbiamo tanta responsabilità».
Nelle ultime settimane, lei è riuscito a “disinnescare” attaccanti di primo livello come Vlahovic o Dzeko. Quale il segreto?
«La concentrazione. Se sei focalizzato su quello che devi fare, ti viene tutto naturale. Questi sono attaccanti che non perdonano: se gli concedi spazio, sanno come farti male. Ma quando devono fare i conti anche con la testa, c’è un avversario in più»
Come si allena la concentrazione?
«Controllando i dettagli, stando attento a tutto, prestando attenzione ai movimenti. Sapevo di doverci lavorare. Mi conosco, so che quando non sono super attento va a finire che qualcosa la sbaglio. È un qualcosa che fa davvero la differenza».
Igor come Bremer, siete voi il nuovo che avanza del Brasile?
«Bremer sta vivendo un grande momento, è fortissimo. Secondo me, avrebbe anche meritato la chiamata in Nazionale ora. Io sto cercando di farmi valere».Gol?
«Ci sto lavorando. Ho parlato con il direttore Burdisso ed ho pure fatto una scommessa con lui, voglio riuscirci. Ho dieci occasioni. Comunque, se non faccio segnare i nostri avversari sono felice lo stesso».