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Quante ne sai su Napoli-Inter?

Di cose in comune, Napoli e Inter ne hanno poche. Il colore azzurro presente sulle divise, o l’aver vinto Scudetto e Coppa Italia nella stessa annata (Napoli 1986/87, Inter 2009/10). Ad accomunarle c’è però una storia lunghissima, che inizia con il primo incontro il 5 gennaio 1930, 12° giornata di Serie A 1929/30. Una stagione speciale perché, per la prima volta, il campionato italiano si disputava a girone unico. Da quel momento, più che le cose, Napoli e Inter hanno avuto in comune le persone. In particolare i molti giocatori che, negli ultimi 90 anni, hanno vestito le maglie di entrambe le squadre.

Partendo dai difensori, ci sono Aristide Guarneri, Mauro Bellugi e Tarchisio Burgnich. Quest’ultimo vera e propria bandiera nerazzurra, con 12 stagioni all’ombra del Duomo tra il 1962 e il 1974, prima di passare al Napoli. Avanti veloce fino al biennio ‘80 - ’90 troviamo Massimo Tarantino e l’eterno Mirko Taccola, ritiratosi poco prima di spegnere 50 candeline. Poi Francesco Colonnese e Mauro Milanese, protagonisti con alterne fortune in entrambe le squadre. Così come l’argentino Hugo Campagnaro, che fece fatica in Lombardia dopo i successi partenopei. Infine, menzione d’onore per Rolando, capoverdiano naturalizzato portoghese. Un fenomeno anagrammato male.

Chi con il Fenomeno - quello vero - ci ha giocato è Francesco Moriero, sparring partner delle celebri esultanze in cui lucida lo scarpino del brasiliano. Tra i centrocampisti a vestire entrambe le maglie, Moriero è forse il più romantico. Insieme a lui, il napoletano doc Giuseppe Massa, Walter Gargano e Salvatore Bagni, che lasciò i nerazzurri pur di giocare con Diego Armando Maradona nel 1984. Meriterebbe invece una monografia Igor Shalimov. Il russo, poco incisivo con Napoli e Inter, venne fortemente voluto da Zeman al Foggia nel 1991. Come ricordato dall’ex Presidente rossonero Pasquale Casillo, leggenda narra sia arrivato in Puglia a bordo di un camion merci. Da Mosca a Zemanlandia, passando per l’Europa orientale. 

Proseguendo con gli attaccanti, Napoli e Inter hanno avuto la fortuna di avere uno dei più grandi cannonieri della storia del calcio italiano: Amedeo Amedei. Meno prestigiosi i vari Benito Carbone, Anselmo Robbiati, Arturo di Napoli, o la meteora brasiliana Caio Ribeiro Decoussau, soprannominato Douthorinho, il “Dottorino”. Ricordi migliori, soprattutto a Milano, li ha lasciati l’argentino Ramon Diaz, protagonista dello Scudetto dei record nel 1989. Ma se si parla di vittorie nerazzurre, i nomi da fare sono due: Luís Vinício e Goran Pandev. Vinício fece grande l’Inter di Helenio Herrera; il macedone, molti anni dopo, entrò nella storia con il Triplete.

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