Roberto De Zerbi, tecnico dello Shakhtar Donetsk, ha parlato della  fuga dalla guerra in Ucraina nel corso di un'intervista concessa al Corriere della Sera. Queste le parole dell'ex allenatore del Sassuolo.

Intervista a Roberto De Zerbi

"Sono contento di essere a casa e sono serene, è chiaro che dispiace per quello che mi sono lasciato alle spalle. I nostri ragazzi sono tutti in salvo. Ho visto cose bruttissime. Adesso ci saranno tre o quattro giorni di decompressione, deve venire fuori tutto quello che ho vissuto. Sono rimasto sempre in albergo, ma le bombe le ho sentite". 

Intervista a Roberto De Zerbi sul viaggio

"Il viaggio è stato infinto, però avrei fatto ancora qualche giorno in più per venire a casa, se fosse stato necessario. Partito in treno, la seconda parte l'ho fatta con il pullman, poi ho cambiato per passare la frontiera e sono andato all'aeroporto di Budapest dove ho preso l'aereo messo a disposizione dallo Shakhtar. Tutto il viaggio è stato possibile grazie a Aleksander Ceferin, presidente dell'Uefa: l'ambasciata italiana oltre che consigliarci non poteva fare altro, invece Ceferin è stato determinante. Ci ha dato una grande mano anche Gabriele Gravina: è stato molto bravo"

Roberto De Zerbi sulla preoccupazione

"Ho avuto paura e preoccupazione per me e per quelli che erano con me, ma ero sicuro che ce l'avremmo fatta. I nostri parenti l'hanno vissuta peggio di noi. In Ucraina tutti ritenevano impossibile un attacco della Russia, per questo ci hanno detto che saremmo scesi in campo a giocare. Noi qualche domanda in più ce la siamo fatta: quando Putin ha invaso il Donbass, quando in Bielorussia continuavano ad arrivare carrarmati, quando portavano sacche di sangue. Mi ha colpito l'unità del popolo ucraino, sta dando una lezione di orgoglio e dignità a tutto l'Occidente. Ora speriamo nella pace".