Sette giornate, due vittorie, quattro pareggi ed una sconfitta, ma soprattutto ben sette punti di distanza dal Napoli capolista. Questo il ruolino di marcia ottenuti fino a questo momento dalla Juventus in campionato, situazione già difficile a cui va poi aggiunta quella di Champions dove i bianconeri sono ultimi nel girone con 0 punti a pari merito con gli israeliani del Maccabi Haifa. Oltre ai risultati, a dir poco terribili, la Juventus deve far fronte ad un ambiente decisamente depresso e a prestazioni talmente insufficienti da aver voglia di abbandonare lo stadio o spegnere la televisione in anticipo. 

Un periodo decisamente nero per la Vecchia Signora del calcio italiano, mentre del bianco che l'accompagna nei colori sociali non vi è neppure la traccia. Uscirne non è impossibile, ma la strada da percorrere è decisamente in salita, anche vista la volontà espressa dalla società di non dare la scossa all'ambiente e quindi confermare Massimiliano Allegri come guida tecnica di questo progetto.

Il primo passo da compiere è quello dell'ammettere che ci sono diversi problemi, accettare la realtà dei fatti, senza far finta che vada tutto bene o, ancora peggio, che la situazione sia sotto controllo e nei prossimi mesi le prestazioni ed i risultati, per magia, inizieranno ad arrivare. Le difficoltà sono palesi, sotto gli occhi di tutti, e non si limitano ad un solo aspetto, ma legano, anzi incatenano tutto il mondo juventino in una spirale negativa.

Le questioni da sistemare sono molte, partendo dal vertice più alto, la società dove la parete di perfezione ha iniziato a sgretolarsi molto tempo fa ed ora sembra essere in atto una sorta di slavina che sta travolgendo tutto e tutti. Andrea Agnelli è diventato molto più fugace di fronte ai microfoni dopo l'affaire Superlega ed ora le sue uscite pubbliche si sono ridotte all'osso, mentre le serate di Pavel Nedved vengono esposte al pubblico ludibrio sui media scandalistici, l'unico a presentarsi con una certa costanza di fronte ai microfoni è Maurizio Arrivabene, uomo imposto, non a caso, dalla proprietà.

Passando alle questioni meramente di campo bisogna assolutamente fare i conti con il numero decisamente troppo elevato di infortuni. Non ci si può nascondere dietro alla scusa che questa è una stagione "particolare" con una preparazione necessariamente differente da tutte le altre. Nonostante il susseguirsi di diversi staff atletici, negli ultimi anni il numero di infortuni muscolari in casa Juventus è stato decisamente allarmante. Ora si è deciso di dare maggiore importanza al ruolo di Giovanni Andreini, chiamato a supervisionare tutto lo staff atletico e medico per capire quali siano le cause di tutti questi stop forzati dei giocatori. Ad un primo problema certificato sembra dunque corrispondere la volontà di trovare una soluzione.

Infine arriva l'aspetto tecnico. In queste due stagioni Allegri non è riuscito a dare una vera e propria identità alla squadra: come l'anno scorso i giocatori sembrano spaesati una volta che entrano in possesso della sfera e subiscono quasi passivamente ogni evento negativo che capita, dal semplice errore tecnico che gli fa perdere progressivamente fiducia al subire una rete che ne affossa, se non in rari casi, il morale. Se per quanto riguarda l'aspetto tattico il tecnico livornese ed il suo staff dovranno trovare quanto prima la strada giusta per far sì che i giocatori diventino una squadra e non siano un'accozzaglia di uomini che indossano lo stesso completino, dal punto di vista mentale ed emotivo dovranno essere i giocatori stessi a dare delle risposte. In questo caso si sente la mancanza di leader trascinatori dei compagni come potevano essere una volta i Del Piero, i Buffon, i Chiellini, uomini che quando vedevano un compagno abbattersi trovavano le parole giuste per fargli rialzare la testa e trasmettergli quel sacro desiderio di non lasciare nessun pallone e nessun punto per strada. 

Tanti sono dunque gli aspetti su cui lavorare, tanto il lavoro da fare. In attesa che i giocatori rientrino dai loro rispettivi appuntamenti con la Nazionale la Juventus deve riflettere e trovare le soluzioni per uscire da questo tunnel, per far sì che il bianco possa presto tornare ad abbracciare il nero per ora troppo preponderante.