Alfred Gomis sarà protagonista al Mondiale in Russia con la maglia del Senegal. Il portiere della Spal ha così parlato in una intervista a 'Il Corriere della Sera': "Porterò in valigia anche il tricolore, con orgoglio. Mi sento italiano, per educazione e formazione, non solo sportiva. E sarò sempre grato all’Italia. Sono arrivato quando avevo 3 anni, sono cresciuto prima a Cuneo e poi a Torino, l’ho girata per giocare. E quest’anno, anche se un po’ in ritardo, ho giocato la mia prima stagione in serie A, centrando una storica salvezza: meglio di qualsiasi sogno.

In Senegal ci sono le mie radici, che non ho dimenticato. La scorsa estate sono stato lì, dove mancavo da 15 anni: è stata la goccia definitiva, perché ho rivisto i luoghi della mia infanzia. Ho rivisto mia nonna, che parla un dialetto che non capisco. Mio padre era morto da poco, sono andato a vedere se la sua tomba era sistemata come si deve e a fare due chiacchiere con lui. Lì è scattato qualcosa. Ho scelto il Senegal per ricordare papà: quello che ha fatto per me e per i miei fratelli, tutti portieri anche loro, è stato pazzesco. E dire che io in porta da bambino ci sono finito controvoglia.

In Senegal sono pazzi per il calcio. È una valvola di sfogo fondamentale per tutta la comunità. Quando ci siamo qualificati per la Russia, a 16 anni dall’ultima volta, era impossibile girare per le strade, tutte intasate. Per noi non è un peso, ma una responsabilità verso la gente, quello sì.

Koulibaly è tra i migliori al mondo nel suo ruolo, lo ha detto anche Maradona. È una sicurezza, anche in impostazione. Ma ci sono tanti giocatori con grande esperienza europea come Mané del Liverpool, oltre a Keita e Niang che in Italia sono conosciuti. Siamo competitivi.

Io titolare? E' ancora un punto interrogativo. Sono l’ultimo arrivato, ma nelle amichevoli che ci restano contro Croazia e Corea del Sud spero di confermare quello che ho fatto vedere nelle ultime partite.

Per me il capitano è quello la cui parola pesa. Detto questo sono favorevole a dare la fascia a Mario Balotelli. Che così sarà consapevole di rappresentare non più soltanto se stesso o un club, ma l’Italia intera".