12, lunghissimi anni. Tanto, è il tempo passato dalla notte più bella, quella di Berlino, che ci ha riportati sul tetto del Mondo dopo 24 anni da Spagna '82. E dire che cabala e statistica, che raccontano degli azzurri in finale ogni 12 anni, stavolta non ci ha preso per niente. Fuori dalla Russia, prima ancora che la kermesse inizi: un dramma popolare, nel nostro Paese, che ora oltre che attenzionare le ultimissime gare della manifestazione può solo aggrapparsi ai ricordi. Ed a quella magica notte del 9 luglio, trascorsa chi da casa, chi nell'Olympiastadion di Berlino, in cui Toni e compagni cercarono la propria attesissima rivincita contro i transalpini, che già ci avevano fatto fuori nel 1998 ai rigori e nel 2000, in finale Euro, ai supplementari.

Il gol del vantaggio con Zidane, dagli 11 metri, col cucchiaio. Poi il pareggio di Materazzi, al 19', con il 'solito' colpo di testa che ne ha fatto uno dei migliori difensori goleador nella storia dei Mondiali di calcio. Poi la stasi, la partita bloccata con la difesa azzurra ben schierata, il gol annullato a Toni per fuorigioco, quella parata magica di Buffon su Zidane, e la follia del capitano francese, espulso dall'arbitro Horacio Elizondo, dopo aver colpito intenzionalmente Materazzi con una testata.  

E poi i rigori. Lunghissimi, infiniti, da brividi. Il tormento. E l'estasi - firmata Fabio Grosso, il predestinato -, per la quarta volta, dopo il 1934, il 1938 e il 1982. Qui la partita integrale.