E' diventato Kevin Mirallas l' "equilibratore" della Fiorentina 2.0 di Vincenzo Montella. Anche a costo di fare fuori, come sinora ha fatto, uno tra Simeone e Muriel, l'aeroplanino ha impostato una Viola diversa da quella di Pioli, con nuovi spazi e responsabilità per l'esperto jolly offensivo belga. 

Contro il Bologna, l'ex Everton era subentrato intorno al 60' a uno spento Cholito, andando a presidiare la corsia destra in luogo di Chiesa, che invece s'è spostato a ridosso della prima punta (col Bologna Muriel, contro la Juventus Simeone). Un 3-5-2 che però, a seconda della posizione del cursore sinistro (Biraghi nella 32a, Hancko nella 33a), è andato spesso oscillando verso il 4-4-2, con lo stesso Mirallas nel ruolo di ala destra con liceità di offendere e tagliare dentro, ma anche molti carichi di corsa in fase di non possesso. Stessi incarichi visti anche a Torino, dove fuori è andato invece inizialmente Muriel (poi entrato per far rifiatare Chiesa, in vista della Coppa Italia), con Chiesa-Simeone coppia offensiva, e sempre Mirallas a destra. Turnazione, quindi, frenetica per Montella, che però per fondare la sua Viola intorno al 3-5-2 intende dare nuova linfa proprio a Mira, che un po' come Joaquin, all'epoca della sua prima avventura a Firenze, consente sia di cambiare modulo sia i doverosi rifornimenti agli avanti.

Ne beneficia a livello fantacalcistico, ovviamente, oltre a lui, anche lo stesso Chiesa, che contro la Juve ha calciato assai più spesso in porta, pur senza trovare il +3: in compenso sono state le buone parate di Szczesny e i legni a dirgli di no. Ora è pronto a recitare un ruolo importante, dopo diversi mesi a fare da subalterno, anche Mirallas, che nonostante la sconfitta di sabato è sembrato esaltato a fine gara: "Oggi sono felice perché ho visto una squadra forte". Una squadra forte, vogliosa di rilanciarsi dopo un lungo periodo di oblio, e di cui vuole fortissimamente fare parte. E di cui rischia di non far più parte, invece, Hugo: il difensore brasiliano è stato accantonato a vantaggio di Ceccherini, ritenuto più adatto, con Pezzella e Milenkovic, a comporre una linea difensiva che da 4 è passata a 3.