di Lucio Napolitano


Pioli  in stand by (e molto vicino a una delle genovesi), Gattuso è un discorso non ancora approfondito.

E il Milan ha scelto: Giampaolo va via, al suo posto si farà il possibile (e forse anche l'impossibile, perché le sue pretese sono importanti) per portare in rossonero Luciano Spalletti. Il certaldino ha sorprendentemente già dato il suo OK alla 'triade' rossonera composta da Massara, Maldini e Boban, ed è in fase di trattativa avanzata per trovare la quadra sulle cifre del triennale che si appresta a firmare. Da Casa Milan trapela una certa fiducia, in tal senso, e per questo motivo i fantallenatori sono già pronti a salutare il breve periodo di vacche magre coinciso con la gestione Giampaolo: il Milan ha regalato davvero pochissime gioie, nonostante le 3 vittorie (solo 2 gol su azione, neanche uno di Piatek), e deve ritrovare in zona bonus anche i fedelissimi del Fantacalcio. Ma come cambierebbe il Milan nel caso in cui anche la parte contrattuale venisse definita, e Spalletti ripartisse sempre da Milano, ma sponda opposta, già dopo la sosta?

MODULO - Dal 4-2-3-1 non ci si sposta. Luciano conosce bene e applica ancora meglio il modulo che ha impiegato anche all'Inter, e in rossonero sembra avere, quanto meno sulla carta, anche gli uomini giusti per riprovarci. Terzini mobili, due mediani abbastanza bloccati (uno dei quali bravo a impostare e l'altro a interdire), un incursore puro sulla trequarti. E due ali (tendenzialmente, una che dia profondità e tagli dentro e l'altra che rimanga largo e aiuti il terzino sulla catena) a sostegno dell'unica punta. Insomma, un mantra da cui difficilmente ci si scosterà anche in rossonero. Dove di uomini buoni a giocare sulla trequarti non ce ne sono pochi.

DIFESA - Il fronte mancino della linea a 4 è fatto da Romagnoli ed Hernandez, due inamovibili. Il francese, a suon di prestazioni convincenti e scorribande furiose, s'è preso il posto a scapito di Rodriguez, che rischia di diventare solo un vago ricordo. I dubbi riguardano il centrale sul centro destra e il terzino: Musacchio giocherà quasi certamente in casa col Lecce, poi man mano si potrebbe iniziare a pensare, finalmente, al reintegro di Caldara, che in settimana ricomincerà in gruppo. Pur non giocando una gara ufficiale dal 24 aprile scorso, l'ex Juve rappresenta il futuro, anche per via delle reiterate insufficienze di Musacchio e del fatto che Duarte non sembra ancora pronto. A destra, discorso simile vale per Conti e Calabria: contro i salentini toccherà all'ex atalantino, che però se la giocherà di volta in volta con il ragazzo proveniente dalla Primavera. Per una questione prettamente tattica (Théo dà molta profondità, così come Conti, e sarà difficile averli in campo entrambi mantenendo un minimo di equilibrio) Calabria potrebbe giocarne diverse, ma così come Musacchio il suo valore percepito è sceso di molto, quest'anno.

CENTROCAMPO - I due titolari, almeno sulla carta, per questione di adattamento (anche al 4-4-1-1 che è l'interpretazione del 4-2-3-1 in fase di non possesso), sarebbero Kessie e Bennacer. Anche in prospettiva, il duo africano sembra ben assortito e anche prospetticamente futuribile: non bisogna però dimenticarsi di Biglia, che può essere il cambio di Bennacer, e di Krunic, che però non sembra adattissimo a giocare a due.  

TREQUARTI - Chi sarà il Nainggolan del Milan? Il Ninja è un giocatore unico, un mediano che sa interdire, ma con grande gamba, dotato di un gran tiro e soprattutto di un senso del sacrificio unico. Su di lui anche Spalletti ha costruito parte delle sue fortune. Un equivalente puro, sponda rossonera, ovviamente non esiste: ma c'è a disposizione un Paquetà che può giocare sì a sinistra (come faceva in Brasile), ma che ha i mezzi per diventare un perfetto '10' a supporto del centravanti. Sa entrare in area coi tempi giusti, sa far girare palla, lancia e calcia bene: l'alternativa, d'altro canto, sarebbe Calhanoglu, che però a occhio non sembra il giocatore ideale per il calcio di Luciano. Va detto anche che l'Inter di due anni fa, non avendo il belga, funzionava alla grande con Rafinha alle spalle della punta. E il brasiliano sì che somiglia non poco al suo connazionale. 

Calha, va detto, difficilmente potrebbe però tornare a fare l'ala sinistra, come ai tempi gattusiani: senza palla il 4-4-1-1 prevede che gli esterni si adoperino in un lavoro davvero particolare e intenso, che non facendo Suso (l'unico, insieme a Castillejo, che sembra utilizzabile a destra) verrà delegato all'ala sinistra. Ecco perché Bonaventura, tornasse alla migliore condizione, potrebbe essere il 'Perisic' del Milan. In quella posizione, però, l'affollamento è tanto: Rebic ha giocato prevalentemente in quella posizione, mentre Leao partiva proprio da sinistra, prima che di fatto facesse le scarpe a Piatek, negli ultimi 180' della gestione Giampaolo. Insomma, tanta scelta a sinistra e pochissima a destra, a meno di clamorose novità. 

ATTACCO - Potrebbe tornare a essere il Milan di Piatek. Zero gol su azione sono un segno tangibile del suo momento negativo, ma anche del fatto che sinora pochissimi succulenti palloni gli sono arrivati. Insomma, le pistole potrebbero ben presto tornare a essere fumanti, e anche spesso: perché una batteria di ben tre rifornitori alle spalle potrebbe bastare a ridestare il polacco. Anche perché il nuovo numero 9 non ha una vera e propria alternativa di ruolo, al di fuori di Leao: difficilmente però Spalletti si priverà del suo potenziale in zona gol. Per il giovane portoghese non sarà facile trovare ampio minutaggio, nonostante le ultime, eccellenti, apparizioni: nel ruolo di centravanti davanti parte dietro, e a meno che non lavorerà tanto sul ruolo, anche da ala potrebbe fare fatica. 

I fantallenatori sono avvertiti.