Gianluigi Buffon, portiere del Parma, ha parlato nel corso del programma TikiTaka. Queste le parole dell'ex numero uno della Juventus che ha parlato di diversi temi importanti.

Buffon sul ritorno in Nazionale

26 trofei? "Non mi ricordo tutti i trofei conquistati ma ho giocato in grandi squadre insieme a grandi compagni che mi hanno aiutato a vincere tanto”.

Nazionale e spareggio? “Quella è stata l’anticamera di una spedizione che sarebbe stata non vincente. Abbiamo commesso degli errori e abbiamo avuto delle mancanze troppo grandi che non ci hanno permesso di andare al Mondiale. Le colpe sono di tutti, l’ho sempre detto. Quando si fallisce lo si fa tutti, lo staff, l’allenatore e tutti i giocatori”.

Differenze? “Delle analogie ci sono, la differenza è che questa Nazionale ha delle certezze maggiori in virtù anche del successo insperato agli europei. E quando hai delle certezze è più facile superare i momenti delle difficoltà”.

Convocazione per i Mondiali?  “Questa è la scusa per continuare a giocare. È la motivazione che mette d’accordo tutti”.

Buffon e Donnarumma a Parigi

Donnarumma?  “Penso che Gigio abbia fatto una scelta più che giustificata. In questa stagione sta avendo delle difficoltà ma penso che sarà titolare nell’immediato futuro”.

Ritorno? “Quell’anno col PSG vinciamo l’andata degli ottavi di Champions a Manchester 0-2 e la Juve perde 2-0 a Madrid con l’Atletico. Ero felice per me ma non mi sentivo a mio agio per la sconfitta della Juve. E questa cosa ha pesato nelle scelte future. E poi giustamente la vita ti castiga perché al ritorno passano Manchester e Juventus. Sono tornato, non mi faceva impazzire l’idea di fare il secondo ma l’idea di poter vincere la Champions con questa dirigenza e con questi compagni è stata la cosa che ha pesato di più. Vincerla per la gente della Juve mi avrebbe dato una soddisfazione enorme”.

Buffon su Sarri alla Juventus

Sarri alla Juventus? “Il mister da noi ha avuto tantissime difficoltà perché già all’inizio ha avuto dei piccoli attriti con qualcuno. Non è scoccata la scintilla. Dopo un mese, si è accorto che il tipo di lavoro che era abituato a fare avrebbe dovuto rivederlo e avrebbe dovuto cercare di mediare. E per uno come lui mediare è un qualcosa di avvilente. Non aveva quell’entusiasmo che di solito uno come lui ha”.

 

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