Josip Brekalo, 23enne centrocampista del Torino, ha parlato nel corso di un'intervista ripresa da Tuttosport. Queste le parole del croato che potrebbe essere tra le sorprese al Fantacalcio di questa stagione.

Intervista a Brekalo sulle sue qualità

Brekalo ha doti pure da ala mancina per via del dribbling sgusciante e della rapidità di gambe, oltreché di testa.

«So essere feroce come vuole Juric».

Il ruolo ed il modello? Ecco cosa spiegava Brekalo in un’intervista in patria poco tempo fa a Novi List:

«Sono affascinato da come Modric sopporta le pressioni, non si pone limiti e tratta bene tutti: imparo dai suoi comportamenti. Tutti dovrebbero sforzarsi di raggiungere il massimo in ciò che fanno. Oggi possiamo chiederci: Modric, a 20 anni, pensava che sarebbe diventato il migliore al mondo? Ha fatto del suo meglio per realizzare il sogno e ce l’ha fatta per questo. Il 99 per cento di noi, 15 anni fa, non lo immaginava a livelli così alti. Per me essere in Nazionale è aver già realizzato il primo bellissimo sogno che avevo».

Sogno?

«A Dio piacendo, mi piacerebbe giocare una finale di Champions. O di un Europeo, o di un Mondiale».

Brekalo vicino al Milan in passato

 Non tutti sanno che prima di riuscire a prendere Rebic , 2 anni fa, il Milan aveva studiato lui, come alternativa. Poi la Fiorentina, il Napoli. L’Everton, il Tottenham, l’Atletico Madrid. E la Lazio, dopo la cessione di Correa . Ma il Torino era davanti nella trattativa.

«Mio padre era un calciatore molto promettente. Giocava nelle selezioni giovanili della Bosnia Erzegovina perché aveva vissuto a Bosanska Posavina, ai tempi della Jugoslavia. Ma poi i suoi sogni furono colpiti a tradimento dalla guerra nei Balcani. A 21 anni dovette andare sul campo di battaglia, erano i primi Anni 90, fu ferito e il suo futuro da calciatore finì lì. Ha sempre trasmesso la sua forza e la sua energia a noi figli. Ci ha sempre sostenuto in ogni allenamento. Vive attraverso di noi come se fosse riuscito anche lui a diventare un calciatore importante. Chi conosce la nostra famiglia sa che il calcio è sempre stata la nostra priorità. Non c’è un giorno che questo non sia il nostro argomento numero uno. Tutti i nostri amici sono felici per mio padre e per me perché sanno che bravo calciatore fosse lui e quanto gli piacesse giocare, e sono contenti che suo figlio sia riuscito a sfondare nel calcio. Sono orgogliosi di noi. E ora spero che anche mio fratello segua il mio percorso».  


Josip non poteva resistere molto in una città come Wolfsburg, oltretutto dopo Stoccarda.

«Oltre alle industrie automobilistiche, non c’è altro che il calcio».