Il Milan di Stefano Pioli ha eguagliato l'avvio di campionato del suo Milan, a distanza di 25 anni, e da Fabio Capello arriva l'apprezzamento per il lavoro dell'allenatore rossonero e per ciò che di buono sta facendo la squadra, capolista solitaria dopo la vittoria nel derby contro l'Inter. Alla Gazzetta dello Sport ha parlato l'allenatore dei tre scudetti di fila.

Milan, rispetto e attaccamento alla maglia

"Questo Milan mi piace: è interessante, pieno di vitalità, pratica un bel calcio. Mi ha colpito una cosa: tutti giocano con entusiasmo e allegria. Tutti rispettano le parti assegnate dal copione. Pioli è sempre stato una persona equilibrata. Ha saputo scegliere i giocatori adatti al suo spartito e ha conquistato la fiducia dell’ambiente. Ha superato i momenti difficili della scorsa stagione in silenzio, concentrandosi sul lavoro. Ha gestito con intelligenza la fase delicata del lockdown. I giocatori lo rispettano e si vede. E’ una cosa molto bella quando i calciatori mostrano attaccamento alla maglia e alla loro guida. Sono queste le cose che creano la differenza".

Milan: compattezza, più Ibra

"Maldini e Massara sono stati bravi. Dall’esterno emerge il profilo di un Milan compatto: Maldini, Massara, Pioli, squadra. Con me si sfonda una porta aperta quando si parla di Zlatan. L’ho voluto io in Italia. Ibra è un giocatore particolare. Unisce un elevato livello di professionalità a una personalità straripante. Riesce ad essere decisivo anche a 39 anni perché lui non gioca per partecipare: Ibra vuole vincere. Un campione come lui è una forza trainante per l’intero gruppo. I più giovani vedono Ibra impegnarsi al massimo in allenamento e pensano: se uno come lui sgobba così durante la settimana, noi non possiamo tirarci indietro".

Milan, dal centrocampo a Donnarumma

"La coppia di centrocampo Bennacer e Kessie. Il primo è in crescita, il secondo si era un po’ perso dopo il trasferimento a Milano, ma si sta ritrovando. Calhanoglu aveva già mostrato il suo talento in Germania e ora si sta affermando. E’ un giocatore esperto all’età di 26 anni: ha giocato cinquanta gare con la nazionale turca. E poi c’è Donnarumma, un portiere fuoriclasse, uno che aggiunge punti alla classifica. Confronti con 25 anni fa? Ricordo che all’inizio di quella stagione si parlava di squadra vecchia e da rifondare, di tempo perso sul mercato. Ai giocatori feci questo discorso: “Dimostrate che non siete un gruppo finito, che avete ancora qualcosa da dare”. Quella squadra aveva un’anima particolare. Ecco, la lezione da trarre è quella: motivazioni e obiettivi possono dare una spinta in più al Milan di oggi. Se è da scudetto? In un campionato così incerto, ritengo che il Milan abbia le sue chance da giocarsi. La cosa importante è crederci: se tutti seguiranno l’esempio di Ibra, la squadra di Pioli potrà arrivare fino in fondo. La gestione dei momenti difficili sarà fondamentale".

Getty Images
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