Paulo Dybala ieri ha scacciato via l’amarezza di Crotone con un post per Alicia nel giorno dedicato alla festa della madre in Argentina. «Semplicemente grazie di tutto, che tu sia sempre felice», ha scritto, con la speranza di tornare a esserlo presto pure lui. La Joya ha bisogno del campo per sentirsi veramente appagato e due mesi e mezzo senza equivalgono a una tortura. L’ultima trasferta doveva essere l’occasione del debutto stagionale, un rodaggio indispensabile in vista della Champions, e invece è diventata un’altra serata grigia trascorsa in panchina. Paulo sabato sera era arrabbiato per il pari, ma anche per non aver giocato e ancora di più per aver perso un giorno di lavoro utile per prepararsi alla trasferta di Kiev (partenza oggi), dove la Juve farà il debutto stagionale europeo con la Dinamo. Da uomo di pancia ha manifestato subito la sua delusione a Fabio Paratici. Uno sfogo senza strascichi, anche perché c’è subito un’altra sfida delicata e Dybala vuole arrivarci nelle migliori condizioni possibili, al netto delle difficoltà del periodo.

Juve, Dybala chiede chiarimenti

L’annata era finita male e ha avuto effetti nefasti anche nella nuova stagione, per colpa dell’infortunio muscolare di fine luglio (con ricaduta in Champions nell’ultima gara dell’anno) che lo ha costretto a saltare la prima giornata. Paulo ha abbozzato davanti ai vari ostacoli che si sono frapposti tra lui e il debutto (dall’espulsione di Rabiot a Roma, che spinse Pirlo a cambiare i piani tattici, alla partita non giocata con il Napoli, quando sarebbe stato titolare), ma ha faticato ad accettare i 90 minuti in panchina col Crotone, anche perché non era quello che lui e lo staff tecnico avevano inizialmente concordato. Pirlo nei giorni scorsi aveva parlato con Dybala, spiegandogli che preferiva portarlo in trasferta nonostante la gastroenterite (con febbre e dolori molto forti) gli avesse impedito di giocare con l’Argentina e anche di allenarsi con continuità in Sudamerica, perché riteneva più utile fargli mettere minuti nelle gambe che farlo allenare in solitudine. Per questo Paulo a fine gara ha chiesto chiarimenti a Paratici. Nessuna lite, solo uno sfogo, cose che capitano di frequente in uno spogliatoio. Il dirigente bianconero ha ribadito a Dybala lo stesso concetto espresso da Pirlo nelle interviste post partita: l’espulsione di Chiesa ha spinto il tecnico a rivedere la strategia, ritenendo più opportuno preservare il giocatore per Kiev, evitandogli un finale di partita che avrebbe richiesto molto sacrificio.

Juventus, la situazione sul rinnovo di Dybala 

Il momento è particolare, sia per la Juventus che per Dybala, che soffre le lunghe attese. Sul piatto c’è anche la questione del rinnovo di contratto: il procuratore dell’argentino, Jorge Antun, è a Torino da tempo e s’aspettava una chiamata a fine mercato per riallacciare il discorso interrotto a luglio, che però non è mai arrivata. Altro motivo di rammarico per Paulo, che non ha mai nascosto il suo desiderio di restare, ma con un ruolo centrale nel progetto bianconero (che venga riconosciuto anche economicamente). Il tempo non manca (la scadenza è 2022) ma serve la volontà di entrambi per accordarsi su una cifra (ora guadagna 7,5 milioni all’anno) che accontenti tutti. Già in settimana qualcosa potrebbe muoversi, intanto Paulo sogna un debutto in Europa come un anno fa, quando allo Stadium fece doppietta alla Lokomotiv.

Dybala deluso dalla Juventus (Getty Images)
Dybala deluso dalla Juventus (Getty Images)