Junior Messias, attaccante del Crotone, ha parlato nel corso di un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport nella quale ha commentato il suo momento di forma. L'attaccante si sta imponendo in Serie A come una delle sorprese più belle anche al Fantacalcio.

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 Intervista a Messias sulla stagione

«A volte mi chiedo io stesso da dove provengano le mie finte. Credo sia una cosa innata e naturale. Quel movimento del corpo per spiazzare l’avversario ce l’ho dentro di me».

Messias, si diverte di più adesso o quando giocava nei campionati Uisp?

«Io mi diverto sempre, mi basta avere un pallone tra i piedi. Anche con i miei figli a casa. La differenza ora è la responsabilità».

 Intervista a Messias sul lavoro da fattorino

Le sue esperienze passate (lavorava come fattorino, ndr) le hanno insegnato a vivere il grande calcio con lo spirito giusto?

«Certo, il mio lavoro precedente mi ha aiutato. Adesso vivo il calcio con impegno, passione, cuore. Nella vita niente è facile, devi sfruttare le opportunità che ti vengono offerte. E i miei sacrifici sono stati ripagati. Ricordo con nostalgia Barriera di Milano, il quartiere periferico di Torino nel quale vivevo. È un posto multietnico, dove ho conosciuto persone di Paesi e culture diverse. Mi piaceva tanto vivere lì».

Saltare l’uomo è uno “state of mind” ancora più che un modo di giocare a calcio?

«Mi viene naturale. Il dribbling l’ho imparato per strada, in Brasile. Io non ho fatto il settore giovanile in un club, mi divertivo con i miei amici dove capitava. Giocavamo liberi, ognuno faceva quello che voleva. E a me piaceva dribblare».

Intervista a Messias sull'uno contro uno

Le sue giocate non sono mai fini a se stesse. L’essenziale è più importante del bello?

«Le giocate sono davvero belle quando hanno un senso, perché a calcio si gioca per vincere, per fare gol. Ogni giocata deve essere funzionale. Mi torna in mente Zidane, che mi piaceva tantissimo e forse è stato il giocatore con più classe in assoluto. Giocava con una serenità e una bellezza mai più viste».

Quando era nelle serie minori, si chiedeva cosa facesse lì?

«Non ho mai pensato di essere particolarmente forte, anzi credevo di essere più scarso degli altri e volevo solo migliorare».

È consapevole di essere uno dei giocatori più divertenti della Serie A?

«Ne sono felice. Non è più come una volta, quando la gente smetteva di fare qualunque cosa per vedere una partita. Oggi il gioco è molto tattico, ci sono pochi dribbling e poche giocate spettacolari. Mi piacerebbe che il calcio tornasse quello di un po’ di tempo fa».

Messias (Getty)
Messias (Getty)