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Gianluca Petrachi, ex ds della Roma, ha parlato ancora del suo addio nel corso di un'intervista concessa al Corriere dello Sport. L'ex dirigente giallorosso è tornato sulla sua esperienza nella capitale che si era conclusa tra marzo-aprile in malo modo.

  

Intervista a Petrachi sull'addio alla Roma


  
Franco Baldini?   
«Fu lui il primo a chiamarmi, ci conoscevamo da quando facevamo i calciatori. La preistoria. Io estroso, ma potente. Lui un po’ fighetta. Franco ha molto apprezzato il mio lavoro come direttore sportivo».   

Il ruolo di Baldini?  
«Con lui fui chiaro dall’inizio. Io volevo avere un unico riferimento. Se non era Pallotta, doveva essere Guido Fienga. Franco, da uomo intelligente, non si è mai permesso di condizionarmi al di là del normale confronto tecnico».   

Petrachi sul mercato

  
Oggi il nome sulla bocca di tutti è Mkhitaryan. Ti dice qualcosa?   
«Lo presi in prestito gratuito e mi pagavano anche un po’ d’ingaggio. Veniva da alcuni infortuni, Mi sono preoccupato anche di curarlo. Gli feci fare dei lavori specifici in piscina».   
  
Chris Smalling un altro pilastro e una tua idea?
«Stavamo su Lovren. Ma lui voleva essere comprato, non sentiva ragioni, e io non spendo quindici milioni al buio per un giocatore con un problemino di pubalgia».   

 


Arriva Smalling e tutti felici.   
«Mi chiama un agente italiano: puoi avere Smalling in prestito. Io non ci credo. Penso a una bufala. Smalling era uno di quei marcatori in via di estinzione. Dovevo associarlo a Mancini, che è più un libero. Mi serviva il Vierchowod della situazione, uno che ti fa sentire il fiato addosso».   
  
Un leader.   
«Un leader silenzioso. Non parla tantissimo, ma quando parla incide».   
  
Smalling, Mancini, Ibañez: l’apprezzatissima difesa a tre della Roma di oggi è tutta farina del tuo sacco.   
«Quando presi Ibañez a gennaio fui massacrato in società. Tutti incazzati, a cominciare da Pallotta. Un’operazione a nove milioni più uno di bonus con pagherò a due anni».   
  
Ci sei andato giù duro con Ibañez.   
«Gli dissi a brutto muso: “Ricordati che io ci ho messo la faccia. Gasperini non ci ha perso tempo con te. Io ti ho voluto contro tutti. Se ti alleni al cinquanta per cento, ti rispedisco indietro”».   
  
Villar e Perez i prospetti giovani. Con Pau Lopez male?
«Io continuo a credere in questo portiere. I suoi problemi sono iniziati dopo che una pallonata di Cristante in allenamento gli ruppe il polso. Si tratta di un ragazzo introverso, chiuso, solitario, ma vedremo alla fine chi ha ragione».   
  
  
Tutti condivisi con Fonseca i tuoi acquisti?   
«Gli dicevo: “Mister, non abbiamo grandi denari, dagli un’occhiata e poi parlaci tu”. Lui parla molto bene l’inglese. Fu così con Micky, con Smalling e poi con Pedro. Hanno avuto tutti un feedback con Fonseca sollecitato da me».   

Petrachi sull'addio e sui suoi meriti

Rottura
«Un’invenzione. Da gennaio in poi è partita una strana campagna contro di me, hanno cominciato a scrivere che litigavo con tutti, giocatori e allenatore».   

Mercato?
«Nessuno mi può smentire se dico che la spina dorsale della Roma attuale l’ho fatta io. Non abbiamo parlato di Veretout, un altro che ho voluto fortemente».   

Gianluca Petrachi (Getty)
Gianluca Petrachi (Getty)