Marcello Nicchi difende la classe arbitrale. Il presidente dell'Aia, intervistato da "Toscana TV", ha parlato del sistema nel suo insieme e fatto un bilancio del lavoro svolto in questa prima fase di campionato. Di seguito le sue parole.

Sul sistema arbitrale

"Gli arbitri da febbraio ormai si stanno comportando da eroi, ci sono ragazzi che per pochi euro si sottopongono a situazioni molto delicate e complesse. Ma proviamo a tenere in piedi il sistema, e possiamo farlo solo noi: se si ferma la macchina arbitrale il calcio è finito. Teniamo ancora più relazioni di prima, vuoi per fare gruppo o per tranquillizzare chi comunque risente di questo clima strano e atipico. Qualcuno non ha capito la gravità del momento che stiamo vivendo, neanche leggendo tutti i morti nei bollettini di tutti i giorni. Riguardo gli arbitri di vertice, poi c'è un problema grosso: in Italia si fanno le leggi e poi si dice di arrangiarsi, ma gli arbitri di Serie A e B ormai non si allenano assieme da marzo scorso, a Coverciano non si può entrare perché gli arbitri non formano un gruppo squadra, dato che ognuno vive nella sua casa. Stanno facendo dei miracoli, si preparano per la strada, lungo i sentieri, con una tabella anomala rispetto al normale. A mio modo di vedere stanno arbitrando molto bene".

Sul bilancio dopo sette giornate

"Io sono contento ma non voglio autoincensarmi. I giovani stanno arbitrando come si deve, e il merito va a Rizzoli, al suo staff, ai medici e a tutti, AIA compresa. Lo scorso anno abbiamo concluso un campionato prendendo dei 'matti' perché volevamo concludere giocando anche ogni tre-quattro giorni".

Nicchi (Getty)
Nicchi (Getty)